Pescara
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Quartieri e politica della casa |
Rimediare ai guasti di una politica ai
margini del clientelismo condotta dalle passate gestioni: questo e' stato uno dei
principali obiettivi perseguiti dalla Giunta nel corso degli ultimi anni. La situazione
sulla quale ci si e' trovati ad operare allinizio non era infatti delle piu'
semplici. Per molto, troppo tempo, gli alloggi comunali sono stati assegnati senza i
necessari criteri di selezione, ragion per cui hanno beneficiato delle case popolari anche
persone che non rientravano nei parametri stabiliti dalla legge. Il tutto a danno di
centinaia di famiglie disagiate e aventi diritto che per anni hanno atteso invano un
tetto.
Di fronte a questo stato di cose, e' apparso di primaria importanza verificare la
posizione degli assegnatari al fine di stanare quelli non in regola e recuperare
fondi dal buco nero delle morosita'. Oggi con frequenza settimanale gli uffici
del Comune provvedono allesame delle condizioni e delle esigenze di coloro che
occupano gli alloggi popolari. Per rispondere poi con tempestivita' alla richieste
pressanti dei cittadini e' stata istituita una commissione speciale che si occupa
dellassegnazione degli alloggi.
Dal centro alla periferia. Lazione di Palazzo di citta' si e' estesa a raggiera nei
diversi comparti cittadini nel tentativo, finora riuscito, di abbracciare i diversi
aspetti di una realta' urbana in continuo divenire. Fermamente convinti che la politica
non obbedisca a classificazioni di sorta, la Giunta non ha mai privilegiato talune zone
della citta' a discapito di altre, ma si e' posta nei confronti dei diversi quartieri con
la medesima disponibilita' e voglia di fare.
Un passo importante e' stato senza dubbio il nuovo regolamento che attribuisce
nuove deleghe e funzioni alle circoscrizioni ridisegnandole secondo criteri di efficienza,
lontani dai viluppi della burocrazia che spesso paralizzavano, vanificandolo, loperato
dei vari organismi di quartiere. Il secondo passo e' stato quello di modificare i
consigli in vista di una maggiore stabilita' politica senza la quale la macchina
organizzativa e' destinata a impantanarsi. Il tutto inserito in un disegno di
razionalizzazione finalizzato a un effettivo decentramento, prima di ora realizzato
piu' a parole che a fatti.
La vera e propria rivoluzione da questo punto di vista si e' compiuta con la riduzione
del numero dei quartieri: da nove a cinque. Non si e' trattato solo di una
decurtazione matematica, ma di un riassetto che risponde ai requisiti di efficienza e
snellezza amministrativa.
Il piano di decentramento dei quartieri ha trovato una forma di concretizzazione nel
settore della cultura: nellultimo anno per ogni circoscrizione sono stati stanziati
45 milioni, 25 dei quali sono stati destinati alle attivita' culturali (corsi di musica,
informatica, lingue straniere, teatro, taglio e cucito, pittura su ceramica ecc) e 15 alle
iniziative sportive. |