D'Abruzzo


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dell'artigianato artistico

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Una favola
di terre lontane
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Per il futuro l’artigianato artistico può contare anche sul sostegno delle istituzioni che mostrano, verso questa forma di produzione, una sempre maggiore attenzione

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La qualità premiata
Testo di Camillo Chiarieri Foto di Gino Di Paolo

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Ci si rende sempre più conto dell’importanza che riveste l’artigianato artistico in Abruzzo, considerato significativo non più soltanto a livello storico e culturale, come un insieme di tipologie di antiche tecniche e conoscenze da conservare e tutelare: si è finalmente compreso, anche a livello istituzionale, che i prodotti degli artigiani devono giungere ad assumere rilievo a livello di sistema economico produttivo, devono creare occupazione e ricchezza per i giovani.
Questo coniugare la rivitalizzazione e lo sviluppo economico dell’artigianato alla tutela e alla conservazione delle tecniche di produzione dei manufatti, è la chiave di volta che potrebbe permettere non solo l’avvicinarsi dei giovani a queste attività, ma anche lo sviluppo di un settore lavorativo in grado di produrre occupazione e ricchezza. Così l’artigianato non è più visto come un settore da aiutare, da finanziare affinché non scompaia, ma diventa una risorsa economica, una miniera estremamente ricca ed appetibile.
 La Regione Abruzzo ha compreso questa valenza dell’artigianato artistico, un tipo di economia produttiva che trova diverse espressioni creative sul territorio e che deve non soltanto essere tutelato, ma soprattutto incentivato ed integrato da provvedimenti che colgano le sue possibilità di sviluppo. In questo campo sono attive già diverse leggi e delibere regionali atte a promuovere i merletti e gli ori di Pescocostanzo, i ricami di Canzano e le ceramiche di Castelli: tutti provvedimenti nati in seguito alla legge regionale n. 60/96, creata appositamente per tutelare e spronare lo sviluppo dell’artigianato artistico e tradizionale e per individuare nuovi modelli organizzativi per la produzione.
A Pescocostanzo una scuola per la lavorazione del merletto a tombolo è stata riconosciuta dalla legge regionale n. 122/98, mentre già precedentemente (con la deliberazione della Giunta n. 3465/97) era stata sostenuta la realizzazione di una mostra mercato dell’artigianato artistico (merletti a tombolo, oreficeria tradizionale e filigrana, ferro battuto e pietra): importanti provvedimenti, destinati a valorizzare e diffondere forme di artigianato tradizionale che nel passato hanno connotato la cultura della regione, e nel futuro si dimostreranno sicuramente capaci di innescare processi di crescita economica del settore.
In questa maniera infatti, non soltanto le antiche arti di Pescocostanzo continuano ad essere insegnate, ma con la mostra mercato i suoi prodotti vengono commercializzati, venduti ai turisti, e quindi fatti circolare anche al di fuori dell’ambito regionale, dove i merletti, le presentose e gli altri oggetti rappresentano l’Abruzzo e rafforzano l’immagine poliedrica che di esso si sta cercando di dare.
Ma anche i preziosi ricami e merletti di Canzano hanno avuto l’attenzione della Giunta Regionale: le delibere 3469/97 e 2864/99 si sono occupate di recuperare il patrimonio esistente, di divulgare l’apprendimento delle tecniche di lavorazione e di promuovere l’istituzione di una scuola che metta in grado gli allievi di realizzare nuovi manufatti e di restaurare i vecchi ricami e merletti. Queste deliberazioni della Giunta, unitamente a quelle del Comune di Canzano, estremamente attento alla tutela ed alla valorizzazione di questa sua ricchezza, hanno reso più ampia la “Mostra annuale (che si tiene nel periodo estivo a Palazzo De Berardinis) del ricamo e merletto antico e moderno” ed hanno contribuito all’istituzione di corsi di ricamo per allieve, a cominciare dalle giovanissime della scuola elementare, fino alle adulte, che giungono anche da paesi limitrofi per frequentare le lezioni.
Ma il “progetto ricamo Canzano” non si esaurisce in una serie di iniziative volte alla sua conservazione: esso si propone di mettere in relazione ricamo artigianale e ricamo industriale e di conseguire buoni risultati economici effettuando un’operazione di marketing sul prodotto.
Altra importante forma artigianale della regione è quella della lavorazione delle ceramiche, che a Castelli ha assunto dimensioni e livelli di raffinatezza tali da produrre impareggiabili capolavori artistici. Il Consiglio Regionale ha legiferato anche a sostegno di questa forma di artigianato artistico, partecipando, con la legge regionale 129/98, all’istituzione della Società Consortile “Centro Ceramico Castellano” che si propone, nello statuto, di promuovere la realizzazione di servizi per l’innovazione tecnologica e gestionale delle imprese artigianali castellane, di assistere gli artigiani con consulenze finanziarie e commerciali e di promuovere e curare la vendita dei loro prodotti.
Tutte iniziative estremamente concrete, che si affiancano alla necessità di conservare le ceramiche antiche e di incrementare le raccolte esistenti e garantirne la fruibilità al pubblico, per proiettare questa forma di artigianato anche nel futuro. In questo modo si consente ai maestri ceramisti di dare una interpretazione attuale di antichi oggetti, facendo sì che dell’artigianato di Castelli non rimanga solo il suo pur bellissimo Museo delle Ceramiche, ma che tutto il paese sia un fiorire di attività, dove i vecchi maestri trasmettono le conoscenze ed i giovani allievi possono esprimere il loro talento attraverso opere nuove realizzate con le tecniche della tradizione.
Insomma, è ormai chiaro, in Abruzzo, che gli attuali modelli di produzione hanno trasformato le antiche botteghe in imprese di artigiani. Questa differenza non deve avere però ripercussioni sulla qualità e sulla bellezza del prodotto: è il modo di condurre e di gestire l’attività che deve cambiare, per far sì che l’artigiano possa esistere su un mercato estremamente competitivo, quale è quello contemporaneo.
Come è stato ben recepito dal legislatore locale (ed i provvedimenti fin qui illustrati lo testimoniano), il settore artigiano non è una monade, non funziona da solo: ha bisogno di essere inserito in un circolo virtuoso.
Innanzitutto deve funzionare il settore turistico, e poi sono gli abruzzesi stessi che devono essere condotti alla conoscenza della loro storia e degli oggetti del loro passato, in modo che le fiere, le mostre, i musei permanenti ed i centri storici di alcuni paesi dove, pian piano, tornano gli artigiani ad aprire le loro officine, possano incontrare una domanda da soddisfare: domanda di esigenza di scoperta o riscoperta delle tradizioni e degli usi del territorio, domanda di artigianato artistico da acquistare e riportare a casa.
Questi oggetti non devono essere necessariamente souvenir per chi viene da fuori regione: qualsiasi abruzzese educato sul suo passato può scoprire il piacere di regalare un gioiello saldamente legato alla cultura del territorio, può sentire il bisogno di avere il suo servizio buono in ceramica di Castelli, come probabilmente aveva un tempo la sua famiglia, e tovaglie e lenzuola ricamate con uno dei tanti preziosi e bellissimi punti abruzzesi.
Altro punto nodale (l’importanza del quale è stata ben captata dalle leggi regionali) è la formazione delle giovani leve di artigiani e la diffusione del know-how. A tale proposito, al di là del connubio che ci sarà in Abruzzo, a breve termine, tra scuola (gli istituti d’arte) e mondo dell’artiganato, è importante sottolineare come, su tutto il territorio regionale, corsi e scuole, da Pescocostanzo a L’Aquila e Canzano, comincino a diffondere con grande successo, visto il numero delle domande di partecipazione, le arti del merletto e del ricamo.
Il cammino da fare è ancora lungo, prima che si possa dichiarare definitivamente consolidato il settore dell’artigianato artistico nel sistema economico abruzzese, ma passi importanti sono stati compiuti: per prima cosa ora abbiamo coscienza di quanto valore abbiano (valore storico, di memoria, e valore economico) i manufatti abruzzesi, ed in secondo luogo ora esistono leggi che non solo permetteranno di conservare queste arti, ma potrebbero portarle ad un nuovo sviluppo, ad una vera e propria rinascita.

 

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