Corfinio
- Masseria Santa Croce - Laghetto della Rocca - La Fossa - Colle dei Sambuchi
Dislivello: 1292 m.
Tempo: 4.30 ore andata, 3.00 ore ritorno. Segnaletica: inesistente
nella prima parte, fino a Valle Grande.
Difficoltà: E
Cartografia: Parco Nazionale Maiella - Morrone "Montagne del
Morrone", la montagna di Celestino V (C.A.I. Sulmona).
Interesse: Storico-culturale e naturalistico.
Nota: itinerario vario, panoramico, con vedute su alcuni importanti
rilievi dellAppennino abruzzese e sulla Valle Peligna. Qualche problema di
orientamento, in caso di nebbia, nella parte superiore per mancanza di punti di
riferimento. |
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La via dell'abete bianco
In uno scenario che
evoca immagini di antichi e forti sodalizi, figure di santi eremitie di crudeli briganti
Corfinio offre al naturalista l'occasione di scoprire la presenza di un albero eccezionale
Testo di
Giancarlo Cerchece |
Da
Corfinio (345 m.), lantica capitale della Lega Italica, si percorre la Tiburtina
Valeria (SS 5) verso Popoli e giunti al Km. 176 e VI, si prende, a destra, la strada
sterrata che si abbandona dopo una ventina di metri per continuare, sempre a destra, su
una traccia di carrareccia fino a raggiungere la Masseria Colella (340 m., 15).
Proseguendo verso SE si raggiungono i ruderi di una vecchia Masseria, dopo i quali
simbocca prima una traccia di sentiero e successivamente il sentiero ben evidente
che, con direzione N, supera sulla sinistra un muro a secco. Si attraversa la macchia di
marrùche, ginestre, ginepri, cisti e più in alto di roverelle, lecci, aceri minori; si
passa alla base della pineta che riveste il C.le S. Croce (772 m.), si supera un ben
marcato impluvio e si raggiunge uno spuntone roccioso (609 m.) da dove si gode una
magnifica veduta della Valle Peligna. Dopo poco il sentiero sale abbastanza ripidamente e
raggiunge il poggio dove sorge la Masseria S. Croce (743 m., 60, 1.15 ore) tra il C.
le Novelluccio (768 m.) a N ed il C. le S. Croce (772 m.) a S. I campi adiacenti coltivati
in passato a frumento, sono in totale abbandono. Dalla Masseria, si ammirano:
limponente dorsale del Morrone, le bianche rupi del M. Rotondo (1731 m.) a sinistra
ed il verde del C. le dei Sambuchi (1638 m.) a destra. Si può continuare
lescursione superando una sbarra di ferro e lungo una traccia di carrareccia si
raggiunge, in località Sterpeto, la F.te S. Croce (712 m.) e più avanti Valle Grande ed
il sentiero n. 3 (15-1.30 ore) come riportato nella Carta dei sentieri delle
Montagne del Morrone pubblicata dalla Sezione C.A.I. di Sulmona.
Qui giunti,
si hanno due possibilità. Volgendo a NE ci si immette sul Sentiero Italia che porta alla
vetta di M. Rotondo (1731 m., 2.30 - 4 ore) oppure, con direzione SE si raggiunge la
suggestiva Valle dei Preti,di origine carsica, caratterizzata da resti di insediamenti
pastorali, uno dei quali ancora in uso e, in primavera, con lo scioglimento delle nevi,
dal Laghetto della Rocca (782 m., 30 - 2 ore).
Allaltezza di una rudimentale fonte inizia il sentiero segnato
che, con una serie di tornanti, attraversa la pineta di Pino nero, frutto di remoti
rimboschimenti, fino a giungere a Fonte della Rocca (1200 m. circa). Dalla Fonte, con
vista panoramica sulla Catena del Gran Sasso e del Sirente, ci si dirige verso sinistra in
direzione decisamente N ed in 15 minuti circa si raggiunge il bordo inferiore
dellampio anfiteatro de La Fossa (detta anche Fossa di Pentima) residuo
dellultima glaciazione e, caratterizzato dalla presenza, tra la lussureggiante
faggeta, di un nucleo di maestosi abeti bianchi. Qui sincrocia il sentiero n. lb. Si
punta verso un visibilissimo roccione, oltrepassato il quale, si sbuca sul largo sentiero
che, salendo sulla parte destra de La Fossa, porta fino in cresta ricollegandosi con il
Sentiero Italia e, piegando a sinistra, si raggiunge il Colle dei Sambuchi (1638 m., 2.30
- 4.30 ore). La discesa può avvenire per lo stesso itinerario di salita, ma giunti al
Laghetto della Rocca cè la possibilità di proseguire in direzione SW, superare il
Valico della Paglia (tra il M. Capo dAcero 840 m. a W e il C. le della Paglia 872 m.
ad E), le Pietre, Pianezza e senza via obbligata scendere la Costa Terenzana per
raggiungere il caratteristico Eremo di S. Terenziano (346 m. 3 ore) ed in 10 minuti circa
la S.S. dellAppennino Abruzzese ed Appulo Sannitica (n. 17). Ledificio a
pianta quadrata, le cui prime notizie risalgono allanno 1323 (ma notizie più
attendibili sono riportate in una Bolla del 1522 del vescovo De Rusticis), a prima vista
sembra più un Castello o una torre di avvistamento medioevale che un eremo.
Anche il suo abitatore, del resto, è avvolto nella leggenda. Infatti
si narra che vi erano cinque fratelli che vivevano ognuno in un luogo diverso così: S.
Terenziano a Corfinio, S. Venanzio a Raiano, S. Cosimo sul colle di Pratola, S. Brigida
sulla pianura e S. Pietro al Bagnaturo. Il Santo, Vescovo di Todi, morì decapitato il 1°
settembre di un anno imprecisato. In passato, in quella data si festeggiava il Santo con
un pellegrinaggio, mentre in paese si svolgeva la fiera. Dalleremo in 10 minuti
circa si raggiunge la strada statale dellAppennino Abruzzese ed Appulo-Sannitica
(n.17) e quindi Corfinio. |