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D'Abruzzo

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Un giorno da eroi
Ogni anno rivive a Corfinio, in uno spettacolare corteo storico, a cui partecipa tutto il paese, la gloria della Lega Italica

Testo di Renato Patrignani
Foto di Giovanni Lattanzi e Andrea Papa

Il timbro opaco delle tube, che evoca segnali d’attacco, e quelloIl muro esterno del complesso valvense in cui sono inserite numerose iscrizioni e lapidi romane più grave delle buccine, legato al cambio della guardia, si fondono a simboleggiare la ferma intenzione italica di combattere Roma per instaurare un nuovo ordine politico-sociale. Appaiono i guerrieri peligni; con l’antico vessillo e il moderno stendardo aprono la strada ai sacerdoti, alle vestali e alle ancelle che recano al dio Curino i frutti della terra e l’animale sacrificale.

Al suono cadenzato dei tamburi, avanzano nelle loro uniformi di diverso colore, imbracciando spade e scudi ornati dei simboli tribali, guerrieri marsi e sanniti, marrucini e frentani, vestini, piceni, apuli, lucani. Ciascun gruppo è seguito da famiglie nobiliari: le donne in tunica e stola; gli uomini nella toga trabea dei cavalieri; i ragazzi in tunichette variopinte. Percorsa la Via Italica,mentre i guerrieri, insieme alle famiglie dei notabili, si schierano, il gruppo sacerdotale raggiunge l’ara, predisposta su uno dei maestosi ruderi rimasti a testimoniare l’antica grandezza.

Accompagnati da squilli e rulli, escono dai ranghi personaggi che si sono conquistati col coraggio un posto nella storia: gli ex consoli italici Quinto Popedio Silone e Caio Papio Mutilo e gli ex pretori Marco Lamponio, Gaio Vidacilio, Herio Asinio, Publio Presenteio, Lucio Afranio, Gaio Pontidio, Tito Lafrenio.

Sollevando le spade, al grido di "Italia", i capi giurano fedeltà alla Lega Italica, e il brivido d’emozione che serpeggia tra la folla sottolinea la grandezza del momento rappresentato. Al sacrificio propiziatorio seguono i ludi, in cui i giovani guerrieri si disputano il diritto all’accensione del fuoco sacro.

Quando tra i tripodi si levano le fiamme, il corteo si ricompone, ma in modo diverso: ora è il gruppo sacerdotale che lo apre, precedendo un unico schieramento in cui si sono riuniti i guerrieri dei diversi popoli e, infine, le famiglie nobiliari. La nuova meta è il borgo medievale, nei cui caratteristici vicoli gli artigiani fanno rivivere antichi mestieri e vengono venduti genuini prodotti locali. Di tanto in tanto ci si imbatte in giocolieri, saltimbanchi, poeti, attori, maghe e altri personaggi in costume, con la possibilità di sostare in un punto di ristoro.

È un modo diverso e piacevole di trascorrere la seconda domenica d’agosto nei luoghi dove sorgeva l’antica Corfinium

 

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