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L'iconografia
tradizionale dei calendari scolpiti sui portali delle cattedrali rappresenta l'Inverno o
Gennaio, che di questa stagione è il mese centrale, con l'immagine di un uomo seduto
accanto al fuoco di un grande camino, mentre provvede a girare uno spiedo di carni
arrostite.
Ecco gennaio accanto al fuoco
gira l'arrosto e fa un bel gioco
si siede a tavola da gran signore
di tutti i mesi egli è il migliore
recita, l'antica canzone dei dodici mesi che di quelle opere scultoree è la diretta
discendenza e che ancora trova spazio nei carnevali contadini, ripetendo a livello
popolare un genere didascalico che trova nella forma letteraria colta, duo-trecentesca,
esempi illustri nel Carmina de mensibus di Bovesin da la Riva e nei sonetti di Folgore da
San Giminiano e che prosegue fino quasi ai nostri giorni, con tono più stereotipato, nei
Libri delle ore e negli Almanacchi.
Je me fais janvier appeller
le plus froid de toute l'année,
mais si me puis je bien vanter
que ma saison est approuvée
"Gennaio mi faccio chiamare, io sono il mese più freddo dell'anno, ma mi posso ben
vantare perché tutti hanno stima di me", recita l'incipit di un poema
franco-borgognone del XVI secolo, ampiamente diffuso dai Caminanti e gli artisti di piazza
anche in Italia.
Era partita dal sud della penisola, del resto, la laicizazione del calendario
eclesiastico, strutturato sull'epatta, l'indizione romana, la lettera domenicale e la
lettera del martirologio, dando, al di fuori dell'uso liturgico, un senso alla
suddivisione convenzionale dell'anno in dodici parti. La Scuola salernitana consigliava,
infatti, in quell'opera di sincretismo culturale che è il Regimen sanitatis,
comportamenti igienici e pratiche mediche adeguate a ciascun mese.
In iano claris calidisque cibis potiaris
Atque decens potus post fercula sit tibi notus.
Cedit enim medo tunc potatus bene credo
Balnea tute intres et venam findere cures.
"A gennaio berrai minestre calde e chiare, ma dopo i pasti sappi che devi bere con
misura. In quella circostanza infatti la cosa migliore è sorbire uno sciroppo con il
miele. Quindi prendi tranquillamente i bagni e sottoponiti al salasso". Ritorna, sia
pure rapportata ad una dimensione curiale e di otium aristocratico, l'aspetto conviviale
dell'inverno e in particolare del mese di gennaio, percepito, a lungo e in qualche caso
fino ai nostri giorni, dalla cultura contadina come tempo della famiglia e dei lavori
domestici.
Mentre la neve e il gelo ricoprono i campi seminati, mentre i frutteti agitano sotto la
sferza della tramontana i rami spogli e la vigna è un lungo filare scheletrito, questa è
la stagione della sapienza e del racconto. Vecchi e bambini ritrovano intorno al focolare
acceso gli spazi della memoria e della curiosità, dei segreti e dei sentimenti. |