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I luoghi - Gli uomini, l'arte, la storia
La Comunita' Montana Amiternina

Testo di Antonio Sciarretta

Il territorio della Comunità Montana Amiternina comprende 13 comuni, ognuno dei quali racconta millenarie storie di Natura aspra e suggestiva, di Umanità determinata, d'Arte generosa


Barete
Altitudine 793 m. Popolazione 635 ab.Barete
Sorse come castello che riuniva varie ville, le quali continuavano un antico insediamento vicale tardoromano, legato alla città di Amiterno.
Il toponimo deriva da laver, pianta dei terreni umidi. Il paese è composto di mumerose frazioni: San Vito, Tarignano, Sant'Eusanio, Colli (Colle, San Sabino, Basanello, Teora). Vanta molte emergenze storico-architettoniche: chiesa di San Paolo (sec. XI). All'interno una coppia di acquasantiere ricavate da due capitelli romanici e resti di affreschi di fattura provinciale, chiesa di San Vito, cappella di Santa Maria della Valle, cappella di Santa Maria del Monte (sec. XVIII), rocca (ruderi, sec. XIII), chiesa di San Sabino a Colli (sec. XVI), chiesa di Santa Maria della Rocchetta a Colli (ruderi). Da Barete è possibile intraprendere ascensioni montane a Monte Castiglione (1317 m), a Monte Mozzano (1493 m), a Monte San Lorenzo (1426 m), a Monte la Selva (1274 m). Si consiglia una escursione a Prati di Foce.

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Cagnano Amiterno
Altitudine 851 m. Popolazione 1685 ab.Cagnano Amiterno
L'originario insediamento attorno alla pieve di San Cosimo, era già castello prima del sec. XII. Il toponimo deriva dal personale latino Camnius. Nel 1864 il paese assunse la specifica di Amiterno dal nome della città sabino-romana posta non lontano dai suoi confini.
Le frazioni sono: San Giovanni, San Pelino, Fossatillo, Torre, Sala, Collicello, Civitella, Corruccioni, Colle, San Cosimo, Fiugni, Termine, Cascina.
Molte le chiese e i monumenti che meritano attenzione. Si ricordano: chiesa di San Cosimo (o Cosma, anteriore al sec. XII), chiesa di San Sebastiano a Collicello (sec. XVI), chiesa di San Giovanni (sec. XVI) e Santa Maria (sec. XVII) a San Giovanni, castello di Cascina (resti, sec. XII), casale fortificato Dragonetti a Cascina (sec. XVII).
Agli amanti della natura consigliamo di visitare Piano di Cascina, Piano di Palarzano, Piano di Santo Nunzio, Grotta di Zerrante al Termine. Le ascensioni montane praticabili sono: Colle le Cese (1529 m), Monte Pizzaro (1476 m), Monte Gabbia (1504 m), Monte le Serre (1097 m), Pizzo del Monte (1263 m).

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Campotosto
Altitudine 1420 m. Popolazione 865 ab.Campotosto
Il paese, il cui toponimo significa "Campo duro" ha origine dall'aggregazione di diverse ville, di cui le attuali frazioni: Poggio Cancelli (Santa Maria e San Giorgio), Mascioni, Ortolano, sono un ricordo. Posto di fronte al Gran Sasso, in una zona da sempre dedita all'allevamento e alla pastorizia, il paese è caratterizzato dal grande lago artificiale ottenuto dallo sbarramento del Rio Fucino, mediante due dighe e il conseguente allagamento della torbiera che fa da fondo all'invaso. Lo specchio d'acqua ha una superfice di 14 km2, un perimetro di 64 km e una profondità variabile dai 30 ai 60 metri. Ricco di pescagione il lago ha contribuito a trasformare il paese, che peraltro è uno dei comuni più alti d'Italia, in un frequentato centro di soggiorno invernale ed estivo.
Sede di una Riserva naturale, da Campotosto prendono avvio le seguenti ascensioni: al Monte di Mezzo (2155 m), al Monte Cardito (1592 m), a Monte Mascioni (1595 m), a Monte Civitella (1603 m), a Monte Piano (1725 m). Campotosto è ricordato per la produzione delle mortadelle e per le gare poetiche improvvisate di Canto ad ottava con ciaramelle.

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Capitignano
Altitudine 916 m. Abitanti 730Capitignano
Capitgnano trae il nome da Capitonius, personale latino fondiario. È composto dalle seguenti frazioni: Paterno, Colle Noveri, Aglioni, Pago, Rovagnano, Sivignano, Mopolino. Tra i monumenti merita attenzione la chiesa di San Flaviano (sec. XVI). A tre navate divise da pilastri, con cupola ottagonale e organo rinascimentale. Vi si conserva una croce in argento sbalzato attribuita alla bottega di Nicola da Guardiagrele. Da visitare anche la chiesa della Madonna di Loreto, la chiesa di San Pietro presso Paterno (sec. XVIII su impianto del sec. XII), palazzo Ricci a Mopolino (sec. XVI), grande edificio restaurato dall'architetto Stern, per conto di Pio VI che ne fece una sua residenza estiva, la zona archeologica di San Donato (sec. III-II a.C.). Offrono scenari naturali di grande emozione la strada per il valico delle Capannelle e la salita al Monte Civitella (1603 m).

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Fossa
Altitudine 640 m. Popolazione 630 ab.Fossa
L'odierna Fossa nacque dalla distruzione dell'antica città, prima vestina e poi romana di Aveja. Ricordata da Silio Italico e da Tito Livio per aver dato aiuto a Scipione l'Africano durante la seconda guerra punica. Dell'antico insediamento restano poche tracce in località Taverna. Il toponimo deriva dalla Fossa del Circolo alle pendici della quale si trova il paese. Unica frazione: Cerro.
Da visitare la chiesa di Santa Maria Assunta, (sec. XII), ma le cui forme attuali risalgono ai rifacimenti attuati nel secolo XVIII. Particolartmente sontuoso l'interno coperto da un soffitto ligneo a cassettoni e altari barocchi di cui uno abbellito da un pregevole affresco cinquecentesco, raffigurante la Madonna con Bambino e Santa Caterina.
La Chiesa di Santa Maria ad Cryptas (sec. XIII del cui ciclo pittorico, nelle pagine precedenti, si dà un'ampia descrizione), appartiene al gotico cistercense ben visibile nel prospetto di facciata, nella struttura interna in cui si impone l'arco trionfale ad ogiva. Interessante la piccola cripta a cui si accede attraverso una scaletta che si apre davanti al presbiterio.
Il Castello, in località Funillo, si presenta come un recinto fortificato a pianta rettangolare chiuso verso il monte da un mastio circolare. I nuclei abitativi furono ricavati nelle quattro torri angolari a pianta quadrata e inaccessibili dall'esterno. La struttura attualmente si presenta in uno stato di abbandono e degrado. Agli amanti delle passeggiate montane segnaliamo Fossa del Circolo. Sulla strada che da Fossa conduce a Sant'Angelo d'Ocre si incontra una piccola cavità naturale rocciosa, detta la Cicinetta, in cui un tempo si pratica il culto del Sole invitto. Oggi, il 24 dicembre vi si usa accendere lumi e lampade.

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Lucoli
Altitudine 958 m. Popolazione 1046 ab.Lucoli
Del paese, originato da numerose ville, fra cui spicca il castello di Collimento, si ha notizia nel sec. XI. Il toponimo deriva da Luculus "boschetto sacro".
Le frazioni sono: Piaggia, Casavecchia, Colle, Spogna, Spognetta, Vado Lucoli, Lucoli Alto, Collimento (sede comunale), Casamaina, Sant'Andrea, Santo Menna, Francolisco, Santa Croce, Santa Croce Alta, Prata, Peschiolo. Monumenti degni di nota sono il Palazzo Cialente, la chiesa di San Sebastiano, (sec. XIII) nel cui interno si segnalano tracce di affreschi antichi e tre altari settecenteschi, e l'abbazia di San Giovanni Battista (sec. XI). Amministrata da abati mitrati che esercitavano sul territorio il potere spirituale e temporale, raggiunse grande importanza. Nella residenza monastica piccolo chiostro porticato a due livelli. Nella chiesa con portichetto a facciata orizzontale, all'interno, un recente restauro ha riportato alla luce sul pilastro di sinistra e sulla parasta inferiore dell'arco trionfale importanti affreschi attribuiti ad Andrea de Litio. Da segnalare due seicentesche e policrome Madonne con Bambino, una in terracotta l'altra in legno, una croce processionale di Paolo di Meo dei Quatrari (1477), vari oggetti di oreficeria, l'organo settecentesco posto sulla parete d'ingresso e il soffitto ligneo, finemente lavorato, della sagrestia. La chiesa della Beata Cristina (sec. XVI) presenta l'interno costituito da un'aula unica coperta di affreschi e chiusa da un soffitto a botte ribassata. L'altare maggiore è posto dopo una ricca balaustra settecentesca, e quelli laterali espongono tele di notevoli dimensioni. La Chiesa di Santa Menna (sec. XII, ric. sec. XVII) conserva all'interno numerosi affreschi tra cui un notevole San Sebastiano attribuito a Saturnino Gatti.
Si ricordano anche la Chiesa di San Michele a Lucoli Alto (sec. XII, ric. sec. XX), la chiesa campestre di Sant'Antonio, la chiesa campestre di Peschio Cancelli, il Castello Oderisio (ruderi). Il Bacino sciistico di Campo Felice, con alberghi e residence costituisce una ottima stazione invernale a cui si affiancano Prato della Camardosa. Come ascensioni si consiglano: Monte Orsello (2046 m), Monte Puzzillo (2174 m), Monte Torricella (2071 m), Monte Rotondo (1654 m), Monte le Quartora (1783 m), Monte Ocre (2204 m), Monte Cefalone (2142 m).

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Montereale
Altitudine 945 m. Popolazione 3144 ab.Montereale
Fu fondata nel XIII sec. sotto l'imperatore svevo Corrado IV, come potenziamento dei confini fra Regno di Sicilia e Stato Pontificio. Nella zona sorgevano già numerose ville. Sorto, secondo alcuni, sulle rovine dell'antica Marronia, il paese fu dato in dote da Carlo V alla figlia Margarita, all'atto delle nozze con Ottavio Farnese. Il toponimo ricorda la fondazione regia.
Le frazioni sono: Colle Calvo, Cavallari, Colle Cavallari, Cavagnano, San Vito, Cesariano, Marignano, Colli Marignanetto, Pié di Colle, Aringo, Santa Lucia, Santa Vittoria, Verrico (Castiglione Verrico, Colle Verrico, Civitella, Verrico), Ville di Fano (Capo Fano, Corcioni, Villa di Piano, Lonaro, Piedicolle), Paganica (Castello, San Giovanni, Colle), Busci, Marana (con Danzetti e Torrale), Cesaproba, Pellescritta, Gabbia. Al centro del paese sorgono il Convento degli Agostiniani, ora sede municipale, nel cui atrio si trovano due leoni stilofori di pietra di ignota provenienza,  chiesa del Beato Andrea (sec. XVIII), monaco agostiniano di Mascioni, al cui interno si conserva il ricco sacello di marmi policromi. Notevole anche un capitello gotico trasformato in acquasantiera. Costituiscono il patrimonio artistico e storico di Montereale Palazzo Farnese (sec. XVI), il Castello (sec. XIV), la chiesa di Santa Maria intra moenia (sec. XV con portale laterale romanico.), la chiesa di Santa Maria in Pantanis (sec. XII), il convento di Sant'Antonio, San Lorenzo a Ville di Fano (sec. XVII), Santa Maria a Gabbia (sec. XVI), la fontana di Gabbia (sec. XVI), il convento di San Leonardo a Marana (ruderi, sec. XV). Si consigliano escursioni nell'area forestale Casale Bottoni e ascensioni a Monte Civitella (1603 m), a Monte Gabbia (1504 m).

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Ocre
Altitudine 850 m. Popolazione 984 ab.Ocre
Il nome che deriva da Ocris (borgo fortificato) ricorda le origini del paese che si fanno risalire al sec. XII. Le frazioni sono: San Panfilo (sede comunale), San Martino, San Felice, Cavalletto, Valle. La Badia di Santo Spirito (sec. XIII) eretta dai conti Bernardo e Realda, si ricollega alla miracolosa vita del Beato Placido che visse in eremitaggio in una grotta che ancora porta il suo nome sulla montagna di Ocre. La chiesa, di impianto borgognone (sull'arco trionfale una scritta inneggia a San Bernardo da Chiaravalle), conserva tracce di affreschi seicenteschi opera di Giovanni Paolo Mausonio, sotto i quali, in più punti appaiono quelli precedenti eseguiti da Jacopo Simone di Condolfo e soprattutto quelli di scuola benedettina riconducibili al Maestro di Santa Maria ad Cryptas.
Il Convento di Sant'Angelo si erge su una un'alta rupe affacciata sulla valle e circondata alle spalle da un fitto bosco che sembra, essere stato un tempo consacrato al culto di Diana. Fondato dalla contessa Sibilla d'Ocre, appartenne prima alla famiglia femminile benedettina, quindi a vari ordini monastici. Attualmente è tenuto dai Francescani. Notevole è il chiostro cinquecentesco a due ordini di arcate, con il portico del primo livello affrescato sulle lunette con le Storie di Sant'Antonio da Padova e i medaglioni dei Santi e Beati dell'ordine minoritico. L'opera fu eseguita nella seconda metà del XVII secolo dal pittore Borani. Nel refettorio un grande affresco riproduce la scena dell'Ultima cena. Nella chiesa, ad una navata, si venera il corpo del Beato Berardino da Fossa.
Da visitare anche la chiesa di San Salvatore (sec XIV), la chiesa di San Panfilo (sec. XIII) dove si può ammirare una buona riproduzione della Visitazione di Raffaello; la chiesa di San Giacomo (sec XVIII) con la grande tela raffigurante La Madonna in gloria tra i Santi Antonio e Giacomo. Del Castello d'Ocre (sec. XII) restano solo ruderi. Si consigliano escursioni agli Stazzi della Malequagliata, a Fossa Raganesca e a Monte Ocre (2204 m).

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Pizzoli
Altitudine 724 m. Popolazione 2598 ab.Pizzoli
L'origine di Pizzoli, il cui toponimo significa "piccola punta rocciosa" deriva dall'incastellamento in epoca normanna (sec. XII) di una numerosa serie di ville. Le frazioni sono: Marruci (Vallicella, Colle, Santa Maria, Frattole, Collemusino, San Lorenzo), Cavallari, San Pietro, Villa Mazza, Villa Re, Aielli.
Tra le emergenze storico-artistiche si segnalano: il Castello Dragonetti de Torres, costruzione seicentesca a pianta quadrata e torri angolari; la Chiesa di Santo Stefano a Monte (sec. XIII-XIV) con bella facciata in pietra e affreschi dei secoli XV-XVI, la Chiesa di Santa Maria e quella di San Lorenzo. In ambedue sono conservati oggetti e croci processionali di arte orafa abruzzese. Bellissimi scorci naturalistici da Piano di Aielli e dal Monte Màrine (1491 m).

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Sant'Eusanio Forconese
Altitudine 585 m. Popolazione 462Sant'Eusanio Forconese
Il paese, successivamente dotato di castello, sorse attorno alla basilica costantiniana di Sant'Eusanio martire, da cui trae anche il toponimo. Nel 1863 assunse la specifica Forconese, richiamando il nome della città vestino-romana di Forcona. Unica frazione: Casentino.
La Chiesa di Sant'Eusanio (sec. VIII, ric. sec. XII) nei secoli ha subito molti rimaneggiamenti e ricostruzioni. Le forme attuali sono seicentesche. La facciata rettangolare tripartita da paraste e coronata da una cornice orizzontale è stata rifatta nel 1463. Vi sono murate iscrizioni romane. Il portale, di impianto rinascimentale, recupera elementi romanici.
All'interno resti di affreschi e bella croce d'argento dorato opera di Amico di Antonio di notar Amico sulmonese (inizi del '400).  Notevole anche la cripta a sette navatelle con tre absidi.
Si segnalano anche la Chiesa di San Giovanni Evangelista con Madonna con bambino, terracotta policroma e dorata del sec. XVI, e tela di Vincenzo Damiani rappresentante Santa Brigida, la Chiesa di Santa Maria Sotterra con elementi originali del XIII secolo, il Castello (sec. XIII) con la chiesetta della Madonna del Castello e Palazzo Barberini (sec. XVII).

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Scoppito
Altitudine 820 m. Popolazione 2251 ab.Scoppito
Il paese si sviluppa intorno al castello verso il sec. XI e molte sue ville (Vigliano e Civitatomassa) si sovrappongono agli antichi insediamenti italici di Foruli e Fisternae. Il toponimo viene da scopulus "scoglio". Le frazioni sono: Cave, Vallins, Forcellette, Casale, Cupoli, Santa Maria, Pizzano, Collettara (con Santa Dorotea), Colli, Civitatomassa, Madonna della Strada, Vigliano, Sella di Corno. Da visitare le numerose e belle chiese: San Giacomo con statua lignea seicentesca del Santo, Sant'Andrea (ruderi, sec. XIII), San Valentino (sec. XI), San Bartolomeo a Casale (sec. XIII), Santa Maria della Lauretana a Collettara (sec. XIV), San Pietro a Sella di Corno (sec. XIII).
Nella casa parrocchiale di Scoppito morì il 31 maggio 1867, a 32 anni, dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri, il brigante Giovanni Colaiuda. Anche il paesaggio circostante sembra evocare storie di avventura. Escursioni consigliate a Grottone, Grotta d'Oro, al Monte Nuria (1888 m), al Monte Nurietta (1884 m), al Monte Torrecane (1576 m), al Monte di Crespiola (1498 m), al Monte Sant'Angelo (1316 m), al Monte Calvo (1898 m).

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Tornimparte
Altitudine 830 m. Popolazione 3016 ab.Tornimparte
Il paese di Tornimparte, di cui si ha notizia a partire dal sec. XII è caratterizzato da numerose frazioni che lo compongono: Rocca Santo Stefano (Collecastagno, Forcella, Colle Marino), Colle Farelli, Colle Fiasconi, Colle Farni, Palombaia, Piè la Costa, Colle Perdonesco, Case Carducci, Colle Massimo, San Nicola, Barano, Colle Santa Maria, Colle San Vito, Pianelle, Villagrande (sede comunale), Capo la Villa, Piè la Villa, Case Tirante, Piagge, Molino Salomone, Castiglione (stagionale). Forse a questa caratteristica, o a un soprannome locale, è dovuto il toponimo. Il monumento più importante è la chiesa di San Panfilo (sec. XIII). Preceduto da un sagrato e portico con portale romanico, l'interno a quattro navate, presenta la profonda abside principale affrescata da Saturnino Gatti (sec. XV).  Accanto all'altar maggiore edicola affrescata con una Adorazione attribuita a Francesco da Montereale. Si ricordano la Chiesa di Santo Stefano protomartire (sec. XII) con facciata a coronamento orizzontale; la chiesa della Madonna della strada, costruita nel 1614 come si legge sull'architrave del portale d'ingresso, il Castello di Rocca Santo Stefano (ruderi).
Molte anche le emergenze naturali: Casali di Ruella (con resti di lastricato dell'antica strada romana Amiternina), Piano delle Ferrarecce, Piano di Castiglione, Grotta di Vaccamorta, Monte Cava (2000 m), Colle Cornacchia (1493 m), Monte la Serra (1599 m), Monte la Piaggia (1637 m), Colle Acetoni (1848 m), Colle Polledrasino (1824 m). Una festa caratterista del territorio è quella del Calen di maggio, quando i giovani issano nottetempo davanti al sagrato uno svettante pioppo (ju calenne), concorrendo come dice Mario Santucci, "ad una impresa gratuita, libera e al di sopra delle regole sociali, quasi un gioco collettivo" per festeggiare il ritorno della bella stagione. Tipiche della zona, anche se oggi la loro presenza è meno frequente ed economicamente incisiva di un tempo, sono le carbonaie, complesse strutture per la cottura del legname e il processo di carbonizzazione.

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Villa Sant'Angelo
Altitudine 570 m. Popolazione 468 ab.Villa Sant'Angelo
Sorto tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, il paese si presenta con una forma a ventaglio allargata verso il basso e chiusa alla sommità dalla facciata laterale della parrocchiale, caratterizzata da un pesante campanile a pianta quadrata e innanzi alla quale si apre piazza del Popolo. Il centro storico conserva alcuni gradevoli esempi di dimore signorili ottocentesche.
Appena fuori dell'abitato si incontra la chiesa di San Michele (sec. XIII). All'interno, scandito in tre navate da pilastri a base quadrata che sorreggono quattro archi a tutto sesto, una pregevole edicola del XV secolo e resti di affreschi.  L'ultima domenica di aprile, in occasione della festa di San Panfilo, sul sagrato della chiesa viene esposto un grande ramo di faggio quale segno beneaugurante.

 

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