Queste sono
distribuite regolarmente nel tratto compreso tra Ortona e Rocca San Giovanni, ma lasciano
il passo agli arenili nei pressi della foce del Sangro, per poi ricomparire nel territorio
di Vasto. Le punte si affacciano per lo più su spiagge ghiaiose, sebbene nella zona del
Cavalluccio le rocce si adagino sulla sabbia. La notevole varietà del litorale emerso,
non altrimenti reperibile nella nostra Regione, si ripropone nella porzione sommersa, che
sembra essere ancor più diversificata nella struttura e nelle componenti biotiche.Nei
litorali prospicienti le punte, lambiente marino è densamente popolato di vita
acquatica, che nelle forme più varie incrosta e ricopre ogni angolo degli scogli. Nelle
zone più distanti dalla linea di costa, le rocce si dispongono in lunghe file parallele a
varie profondità, gli aspri, separati da corridoi di sabbia e caratteristici per elevata
diversità biotica, ed ospitano nei loro anfratti specie ittiche pregiate, nonché altri
organismi rari e protetti. Non meno rilevante è la presenza nellimmediato
entroterra, fra i fiumi Foro e Sangro, dei valloni, costituiti da profonde vallate incise
nel piano collinare, ricche di sorgenti e di vegetazione mediterranea. La costa teatina
riepiloga molti degli ambienti litoranei adriatici, sicuramente tutti quelli abruzzesi.
Questa proprietà di sintesi è di fondamentale importanza, poiché è ritenuta criterio
principale per lindividuazione di aree da proteggere (UNESCO, 1974). Si tratta
dunque di un territorio ricco di emergenze ecologiche e paesaggistiche notevoli, ma che
allo stesso tempo accoglie gran parte della popolazione e delle attività economiche della
Provincia ed è attraversato da un importante segmento di traffico nazionale e regionale.
Da questa generale descrizione emergono alcune considerazioni, che
individuano nellistituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina una favorevole
occasione, originale se non addirittura sperimentale, di integrazione fra tutela
dellambiente e sviluppo economico, che garantisca la conservazione del patrimonio
naturale, ma che permetta anche il mantenimento delle attività tradizionali di
sfruttamento e lo sviluppo di nuove forme di godimento del territorio, rispettose della
Natura.
La costa teatina si presta ancora ad unazione di pianificazione
ambientale finalizzata ad ottenere la sostenibilità delle attività economiche presenti e
future, proprio in virtù del non elevato tenore di sviluppo turistico raggiunto e del
capitale naturale non ancora compromesso. A tale riguardo, lintervento più urgente
è quello di riassumere le pianificazioni vigenti al fine di riorganizzare lassetto
paesaggistico ed urbanistico del territorio. La perimetrazione e la zonazione del parco
dovrebbero essere condotte in funzione di questa necessità. Tuttavia, la zonazione del
territorio è forse lintervento più difficile per lattuazione di un Parco
nazionale, anche quando larea interessata si presenti adatta allo scopo, come gli
ambienti montani che permettono un sistema concentrico di zone a diverso grado di tutela.
Nel nostro caso questa operazione potrebbe apparire complicata dal
fatto che le aree costiere di maggior pregio ambientale sono di superficie ridotta e
divise fra loro, e questo dovrà necessariamente indurre ad operare una zonazione a
macchie, insolita ma non impossibile. Sarà poi compito dellEnte parco far sì che
un siffatto mosaico si comporti come unica entità ecologica e paesaggistica.
Il Parco Nazionale della Costa Teatina, in qualità di Ente di ricerca
e sperimentazione, potrebbe intervenire anche in ambiente marino per contribuire alla
riorganizzazione delle attività in mare, sia balneari-ricreative sia commerciali, ed alla
soluzione dei problemi connessi. Come esempio eloquente al riguardo, ci si può riferire
alla realizzazione di barriere artificiali sommerse al largo del litorale marchigiano,
utilizzando speciali blocchi in calcestruzzo, che riproducono i micro habitat cavitari e
interstiziali necessari alla colonizzazione da parte degli organismi. Lintervento,
condotto nel 1974 sotto legida del C.N.R. di Ancona, ha prodotto laumento e la
diversificazione del pescato, costituendo inoltre un efficace deterrente agli
sconfinamenti della pesca a strascico nei fondali ad essa preclusi e limitando
indirettamente leccessivo sforzo di pesca (Bombace, 1977).
Un altro motivo che giustifica la protezione della costa teatina è il
problema dellerosione. In passato, le frequenti frane delle falesie erano fonte di
protezione e di ripascimento del litorale. Lattuale stabilità geologica e
limpatto antropico hanno prodotto, in particolare dal dopoguerra ad oggi,
laumento erosivo della costa. La presenza di scogliere frangiflutti ed altre opere a
difesa della ferrovia ha in parte contribuito al contenimento del fenomeno. Tuttavia, la
salvaguardia della linea ferroviaria non sempre coincide con lesigenza di
stabilizzare lintera dinamica del litorale. Inoltre è previsto larretramento
dei binari nel tratto Ortona - Torino di Sangro e la conclusione dei lavori è ormai
prossima, perciò sarà necessario condurre sul quel tratto un nuovo intervento,
compatibile con listituendo parco nazionale.
Nonostante ci si riferisca al Parco della Costa Teatina come ad un
parco nazionale prevalentemente terrestre, è opportuno tenere presente limportanza
che la protezione dellambiente marino potrebbe assumere. Già nel 1970 si riteneva
che le riserve marine potessero funzionare da presidi permanenti contro
linquinamento, nonché da strutture di ricerca e sperimentazione su maricoltura,
pesca e attività di protezione costiera, anche nei settori educativo e formativo. Ai
giorni nostri, tali funzioni risultano notevolmente amplificate, sconfessando la presunta
incompatibilità fra conservazione e sviluppo.
Fra i compiti delle moderne riserve marine si annoverano: la protezione
di habitat marini di notevole pregio; la valorizzazione delle risorse biologiche e il
ripopolamento ittico, attivo o passivo; il monitoraggio biologico e chimico-fisico; la
valorizzazione delle aree dinteresse paesaggistico, culturale e archeologico; la
formazione professionale nel campo di attività turistiche e socio-economiche compatibili,
con particolare riguardo a quelle tradizionali locali; la promozione di programmi
divulgativi per migliorare la conoscenza del mare. Si ritiene quindi che con
listituzione del Parco sia necessario creare una simile struttura, che
rappresenterebbe un elemento di crescita scientifica e culturale per la nostra Regione.