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La
grande affermazione della coalizione de L'Ulivo nel 1995 e nel 1996 è
stata possibile grazie alla forte condivisione di grandi obiettivi
strategici da parte di tutti i soggetti, partiti o movimenti, di un
programma fortemente ambizioso e innovativo, di uomini "nuovi"
che hanno saputo spendersi per il bene delle proprie collettività
mettendo a disposizione esperienze, capacità e grande impegno. In breve
questi sono stati gli elementi fondanti di una grande alleanza di
centrosinistra che ha l'obiettivo di rinnovare e trasformare il paese
cercando di guarire i suoi grandi mali storici (instabilità politica,
peso insostenibile del debito pubblico, scarso senso dello stato, scarsa
competitività delle imprese, elevato costo del lavoro, evasione fiscale,
la disoccupazione in particolare al Sud, ecc.) e di esaltare le grandi
potenzialità (una vitale e creativa piccola imprenditorialità, lo stato
sociale, la solidarietà fra generazioni, ecc.). Questo progetto ha dovuto
affrontare diverse difficoltà alcune affrontate e superate con slancio
(vedesi l'entrata in Europa) altre con operazioni obbligate ma anche non
condivise da tutti come lo sbocco dato alla crisi di governo dell'ottobre
1998.
In
provincia di Chieti il percorso del centro sinistra è stato
caratterizzato pressoché dallo stesso percorso con importanti risultati
ottenuti sia nell'amministrazione provinciale guidata da Pulsinelli che
nei tanti comuni amministrati dal centro sinistra. Anche il livello
regionale ha visto il raggiungimento di obiettivi di grande rilevanza.
Nonostante
ciò da alcuni mesi si percepisce non solo tra gli addetti ai lavori, ma
anche tra i nostri iscritti ed elettori, una pericolosa difficoltà nei
rapporti tra le forze della coalizione di centrosinistra che se non
opportunamente risolti può portare a danni irreparabili anche in vista
dei prossimi appuntamenti elettorali. Esempi di queste difficoltà sono
alcune situazioni dei comuni di Palena, Scerni, Atessa, la vicenda della
Comunità Montana di Pennapiedimonte, e via dicendo. Ma ciò che è più
allarmante è la perdita di quella forte condivisione di un grande
progetto politico, portato avanti da soggetti con storie diverse ma con
obiettivi coincidenti. In sostanza l'alleanza dà l'impressione di una
coalizione che è obbligata a governare insieme e non di una forza coesa
ed unita. Per recuperare "lo spirito del 1996" come dicono
importanti dirigenti nazionali, è necessario che da una lato i Ds,
partito di maggioranza relativa, abbandoni propositi egemonici e sappia
valorizzare le proposte e le energie delle forze minori. Dall'altro lato
è necessario che le forze più piccole, nuove o vecchie, sappiano
coalizzarsi tra loro e sostenere le iniziative coerenti con le proprie
idee, senza ogni volta dover affermare delle differenze per il semplice
fatto di lanciare all'esterno segnali di sopravvivenza. In sostanza tutti
gli esponenti dell'alleanza dirigenti di partito, eletti o semplici
militanti dobbiamo riacquistare la voglia di lavorare per tutta la
coalizione, e non per il nostro partito, il nostro gruppo o i nostri amici
(o familiari) cercando di farci guidare solo da valutazioni di merito
nelle scelte amministrative e dall'esame delle competenze nella
individuazione degli uomini. Solo in questo modo e con una rinnovata
spinta programmatica potremo fermare l'avanzata della destra e governare
con bene le nostre comunità.
dott.
Angelo Radica
Vice sindaco di Tollo
e Dirigente Provinciale del PPI
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