Giovedi' 30 Dicembre 1999

CASI METROPOLITANI / I volontari della Lipu lo hanno raccolto in via Sassi, ora e' curato nella voliera di Magenta

Un airone stremato da freddo e fame atterra nel centro di Milano


Martedì pomeriggio un minuscolo giardino condominiale in via Sassi, a nemmeno mille metri da piazza Duomo, e' parso un angolo di risaia con un airone cenerino infreddolito ed intento a cercare cibo. Sopravvissuto alle tempeste che avevano seminato rovine nei Paesi nordici aveva cercato scampo, quando gli erano mancate le forze, nel fazzoletto di verde. Al tramonto il volatile, stremato non solo per il lungo volo ma anche per la mancanza di alimenti s'e' nascosto in un cespuglio: e' da lì che lo ha tratto in salvo Andrea Ferri responsabile dell'oasi «La fagiana» a Magenta gestita dalla Lega italiana protezione uccelli.

L'airone alto mezzo metro, caratterizzato da piumaggio in diverse tonalita' grige e con un becco lungo 12 centimetri, e' ora in un'ampia voliera. Tornera' libero a marzo quando le condizioni climatiche saranno piu' favorevoli e avra' riacquistato pienamente le forze.

«Se non fosse stato trasportato nella voliera - ha detto Andrea Ferri - sarebbe morto per il freddo della notte e la fame. La mancanza di cibo infatti riduce notevolmente le difese del corpo contro le basse temperature». Nell'oasi sono stati ricoverati ieri, a riprova che Milano e' un'immenso zoo senza sbarre e pieno di clandestini in penne e piume, anche un gheppio, investito da un'auto e due poiane, una ferita da un bracconiere e l'altro rimasta invischiata su una tavoletta usata per catturar topi. Quest'ultima quindi ha avuto solo alcune piume danneggiate e tornera' a predare volatili e topi fra qualche giorno.

La presenza dell'airone nel giardino di un palazzo e' eccezionale per Milano nonostante tali volatili vivano nelle zone di campagna attorno alla metropoli ed in particolare su terreni semiallagati o nei prati bagnati. Gli aironi infatti nidificano nel Milanese e vi rimangono in gran parte anche durante l'inverno quando ai gruppi indigeni si aggiungono anche esemplari migrati da zone del nord. Un tempo catturati per essere imbalsamati o utilizzarne le piume come ornamento per cappellini (la carne e' immangiabile avendo un forte sapore di pesce marcio) da anni sono protetti dalla legge e rispettati dai cacciatori. Avendo pochi nemici son diventati confidenti e si lasciano avvicinare. Frequentano risaie e prati semipaludosi. Si cibano di crostacei e pesciolini

Rodolfo Grassi

 

Dicembre 1999