Il Centro
Domenica 6 luglio 1997
Yoga, un cartoon
abruzzese

di Giovanni D'Alessandro

OPI - Mai si vide orso meno orso. O meglio orsa meno orsa, perche' Yoga - il vezzoso plantigrado che fino a pochi giorni fa si aggirava con civetteria per i paesi del Parco, si introduceva con spudoratezza nelle cantine, per poi finire fotografata come una top model - e' femmina.
Non si sa che le ha preso, tutto d'un tratto. Una mutazione genetica tendente alla socializzazione con gli umani? Una noia per i fatati sentieri della Val Fondillo, con preferenza per le strade statali? Un crollo dei freni inibitori a lasciare le selve appenniniche, per urbanizzarsi? Qualunque intenzione si voglia attribuirle, Yoga sembra umana. Ed e' anche strepitosamente simpatica, nell'immagine che ne danno i giornali.: impressioni con cui non siamo sicurissimi che concordino gli abitanti delle case da lei visitate.
Ma il fatto che l'abbiano vista grattarsi di notte, in pieno centro di Opi, a una porta, fa regredire ogni idea di pericolo di cui - pur sempre, per razza e dimensioni - e' portatrice. La ragione sta in una serie di riferimenti, piu' o meno inconsci, che ci portiamo dentro, ben sedimentati nel nostro immaginario collettivo: riferimenti tutti allegri. Innanzitutto, l'orsacchiotto che ci mettevamo nel lettino da bambini (nessuno ha mai pensato di metterci un cammellino: le zampe ossute e la schiena gibbosa mal reggerebbero il confronto con la morbidezza pelo/ciccia dell'orsetto). Poi Baloo, il plantigrado amico di Mowgli nel "Libro della giungla" (immortalato da Walt Disney per i suoi anarchici inviti a non impegnarsi a fondo nelle cose; lo accompagna in quelle scene la pantera Bagheera, che pero', tutta nera e felina com'e', ha un aspetto molto piu' serio). Poi ancora l'orso poetico, affettuoso, aggressivo, che lotta fino alla morte per il suo piccolo, meravigliosamente portato sugli schermi, nell'omonimo film dal regista francese Jean-Jacques Annaud. E infine (soprattutto) lui, l'archetipo da cartoons, accomunato alla nostra corregionale dal nome, dalle ruberie, dal farla quasi sempre franca e dall'avere dietro, come bonarie presenze, i rangers/forestali che lo marcano stretto: lui, Yoghi. Come non ravvisare nell'orsa bruna della Marsica un'incarnazione di cio' che vedevamo, da piccoli, in tv? Qualcuno, per la verita', aveva provato a farci diventare antipatico l'orso con "Grizzly", il film sullo spaventoso plantigrado nordamericano, che sembra roba, pero', di un altro mondo: questa e' un'orsa mediterranea, che se sale sul Meta vede ad est gli ombrelloni di San Salvo e a ovest quelli del Circeo.
Yoga, in fondo, e' un'orsa svitata. Le sue frequentazioni urbane, denotando una...estensione dell'habitat, la connotano come poco seria e "vagabonda". Di certo vanno ringraziati quelli che - meglio di noi conoscendone il potenziale di aggressivita' - le hanno sparato un sonnifero per ricondurla alla ragione. Messa accanto a Sandrino (l'orso maschio con cui si spera che si accasi, divenendo una mammifera onesta) , forse si dara' una calmata. Ma cosa vogliamo rimproverare a unìorsa da noi stessi abituata alla frequentazione con l'uomo - che le porta frutta e leccornie a casa sua, nel cuore del Parco - di averci voluto ricambiare la visita, facendo una capatina in paese per degustare caciocavalli? Questa e' la familiarita', rapporto di buon vicinato: bon ton, se vogliamo. Da un'orsa semiurbanizzata bisogna attendersi un comportamento...urbano.


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