La Repubblica
Mercoledi' 18 giugno 1997
LETTERE
Gabbiani feriti
Gianluigi Formigli, Castiglione della Pescaia
Da qualche tempo trasferitici, mia moglie ed io, a Castiglione della Pescaia,
amanti degli animali e della natura, abbiamo disposto sul nostro terrazzo,
vicino al mare, un banco con il cibo per gli uccelli. La risposta inizialmente
da parte di gazze, tortore, passeri e cornacchie e la reciproca soddisfazione
sono state belle e immediate, poi sono arrivati anche i gabbiani e la
soddisfazione si e' tramutata presto in tristezza e angoscia.
Infatti e' impressionante il numero di gabbiani mutilati del tutto delle
zampe o con ami da pesca e del filo di nylon ancora conficcati e stretti
attorno alle stesse.. La frustrazione si accresce ancora di piu' non potendo
far quasi nulla per alleviare a questi uccelli, molti destinati a morire,
tanta sofferenza. Giorni fa, siamo riusciti ad afferrare uno di questi uccelli,
al limite delle forze, e a tagliarli il filo di nylon che gli legava le zampe,
a mo' di manette, con l'amo gia' arrugginito infilato in una di queste. Altri
avevano l'amo nel becco, altri l'ala vincolata... E non sono le discariche.
Su spiagge, scogli e moli, ovunque pescatori con la lenza lasciano spezzoni
di filo anche con l'amo attaccato, senza rendersi conto del danno gratuito
che provocano.
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