Mercoledi' 22 Dicembre 1999
"Non
addestrero' piu' cani killer"
Ma quel ladro e' stato ingenuo
Angelo Conti Amareggiato, addolorato, pentito. Danilo Traves e' l'addestratore che
ha insegnato a Zorro e Vanni, i pastori tedeschi che hanno sbranato un ladro sabato
notte ad Orbassano, a difendere il loro territorio, a colpire chi vi si fosse introdotto,
a non dargli piu' tregua. Nel suo centro di Candiolo, che si chiama «Sporting
2000-La Valle Incantata» ed e' a due passi dall'Istituto dei Tumori, Traves appare
come un professionista sicuro del fatto suo. Parla lentamente, pesa ed usa bene ogni
parola, da' costantemente l'impressione di conoscere a fondo il suo mestiere.
Eppure, quel che e' successo in quella ditta di demolizioni, per lui rappresenta un
cruccio. A vederlo mentre accarezza i suoi splendidi cuccioli pastore belga che
giocano allegri nel prato, non si direbbe proprio persona capace di insegnare
violenza. Sensazione che trova conferma nelle sue parole: «Non ho mai pensato di
trasmettere ad un cane aggressivita' e cattiveria. Non lo riterrei nemmeno giusto.
Nel caso dei due pastori tedeschi dei fratelli Lopopol o, mi sono limitato ad
assecondare alcune caratteristiche di aggressivita' che soprattutto uno di quegli
animali gia' possedeva». Come addestro' quei cani?
«Conoscevo i fratelli Lopopolo, ed uno di loro, un paio d'anni fa, venne da me a
raccontarmi che avevano subito furti ed anche danneggiamenti all'interno della ditta.
Ricordo che era particolarmente addolorato perche' qualche vandalo aveva addirittura
sradicato un alberello, caro ai Lopopolo perche' era stato piantato da loro padre. La
prima lezione la tenni qui, nel mio centro di Candiolo, tutte le altre, una quindicina,
direttamente nel recinto della demolizione». Erano cani di indole particolarmente violenta? «Zorro e' un pastore tedesco dal mantello nero, una rarita'. Credo fosse stato acquistato
in Germania ed era un soggetto decisamente aggressivo, con un carattere molto vivace.
Un cane così, senza un addestramento di tipo opposto a quello che poi ebbe, sarebbe
stato impossibile da ospitare in una casa. Vanni, il pastore tedesco piu' giovane, si
presentava invece come un giocherellone, con una minima carica di aggressivita'. Zorro e'
stato sempre il capobranco, il decisionista, il piu' determinato, mentre Vanni si e' sempre
limitato a seguirlo, quasi per emulazione». Non ha avuto perplessita' o paure, durante quell'addestramento? «Certo. Sapevo quanto stavo facendo. Mi raccomandai con i Lopopolo affinche'
piazzassero vistosi cartelli a tutti i cancelli. La gente doveva sapere che quei cani potevano
risultare pericolosi. Loro mi garantirono che avrebbero esercitato la massima sorveglianza,
come poi hanno fatto, sistemando anche una abbondante cartellonistica lungo la recinzione». Addestrando quei cani, pensava di prepararli ad azzannare qualcuno? «No, assolutamente. Io ho preparato quei cani con l'obiettivo di farne un deterrente.
Insomma, dovevano fare soprattutto paura. Proprio per questo motivo gran parte dell'addestramento l'ho svolto stand o fuori dalla recinzione, per stimolare proprio la parte
piu' appariscente della loro aggressivita'».
Non ha mai preso in considerazione l'ipotesi che, un giorno o l'altro, qualcuno avrebbe
sfidato i due pastori tedeschi per entrare lo stesso in quel recinto? «Francamente no. Ero sicuro che la vista di quei cani dietro le sbarre avrebbe scoraggiato
chiunque. Se qualcuno ha pensato di distrarli con un piatto di lasagne si e' sbagliato di
grosso, ed ha pesantemente pagato». Sono frequenti le richieste di addestramenti di questo tipo? «Qui nel Torinese no, rappresentano una eccezione. C'e' piu' interesse nel Cuneese dove
molte aziende affidano proprio ai cani la loro sicurezza».
Lo fara' ancora? Addestrera' altri cani a difendere il loro territorio sino ad uccidere?
«Non l'ho fatto volentieri allora, in futuro non lo faro' piu'. Anche se credo si sia trattato
soprattutto di fatalita', perche' non riesco davvero a spiegarmi l'ingenuita' di quel ladro.
Comunque mi dedichero' soprattutto all'allevamento dei pastori belga e ad addestrare le
altre razze all'utilita' ed all'obbedienza. D'ora in poi voglio formare soltanto cani
capaci di salvare la vita alla gente».
Dicembre
1999


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