Martedi' 21 Dicembre 1999
Ore 9, a lezione da Zanna Bianca
Un corso per diventare guidatori da cani da slitta
Gigi Mattana
PONTE DI LEGNO - «Resistenza,
fedelta', intelligenza». Non male come epigrafe sulla statua in Central Park a New York dedicata al cane
Balto, uno dei capimuta che nel 1925 trainarono le slitte per portare a Nome in Alaska, lungo mille
chilometri impossibili per qualsiasi altro mezzo, l'antitossina difterica che salvo' la popolazione
quasi decimata dalla malattia. Alla vigilia del Duemila lo sleddog, cioe' la guida
delle slitte trainate dai cani, e' splendido sport
alternativo, amore per la natura e gli animali, spirito di avventura. Abbiamo voluto provare queste
emozioni a Ponte di Legno, nella bresciana Val Camonica, dove da 15 anni, con la fattiva
collaborazione del Comune, opera la piu' importante scuola di sleddog d'Europa.
La guida Armen Khatchikian, nato in Sudan da madre italiana e padre armeno e che nel suo
palmare's ha la partecipazione a tre Iditarod (la
mitica corsa alaskana in memoria di Balto e compagni) e la discesa in canoa dei 3200
chilometri del fiume Yukon. In un falsopiano poco sotto il passo del Tonale la scuola si annuncia con
un coro di abbaii e ululati: sono 60 i cani che attendono il lavoro quotidiano, tutti discendenti da
animali arrivati dall'Alaska. Chi e' abituato a esibire gli occhi azzurri e la
fierezza del proprio husky per le strade cittadine, a Courmayeur o Cortina, restera' deluso. Qui i cani
hanno tutti i colori, tutte le taglie, alcuni sono ben bruttarelli, ma non te ne staccheresti mai.
Precedenti esperienze nel grande Nord americano ci avevano mostrato la durezza con cui gli Inuit e
gli indiani Athabaska trattano i loro cani: giusto il
cibo per far funzionare la macchina, poi solo
bastonate e calci nella pancia. Qui per fortuna ogni animale quando e' a riposo e' separato dagli altri,
altrimenti saresti letteralmente sommerso dallo scodinzolare, dalle leccate, dall'amore che
riservano all'uomo. Certo, fra loro e' altra cosa, esistono antipatie feroci e bisogna badare a legare
nella stessa muta solo animali «compatibili». Diventare «musher», cioe' conducente di slitta, non
professionale non e' impresa troppo difficile e nemmeno costosa (565 mila lire per venti ore di
lezione da suddividere in una settimana, magari in alternativa allo sci, o concentrare in due o tre
giorni intensi). Si comincia con una muta di tre cani: la slitta e' leggerissima, ma non pensate di
starvi seduti. Si guida con i piedi appoggiati sui pattini, spingendo nelle salite e pronti a tenersi ben
saldi ed eventualmente a premere sul freno non appena i cani si scatenano in discesa. Con i
quattro comandi fondamentali «haik» (partenza),
«gi» (a destra) «ha» (a sinistra),e «uoo»(stop) si riesce gia' ad avere un buon controllo, almeno
vocale. Riuscire a non perdere la guida della muta facendosi sbalzare a terra e' tutta altra cosa. Per qualche ora di divertimento (da cui si torna
con le braccia a pezzi e marci di sudore) c'e' il
dovuto contorno di cura degli animali: subito
portargli una ciotola di pappa calda, poi togliergli l'imbragatura, poi condurli ognuno alla propria
cuccia, pensare al pasto serale, se la neve e' molto fredda e gelata a ogni uscita bisogna coprire le
zampe con una sorta di pantofole. Insomma, la giornata vola. Pensando al mantenimento di tanti
animali, alle cure veterinarie, alle vaccinazioni,
questa non e' certo un'attivita' che rende ricchi ma che sa dare un grande benessere interiore. E
rivivere, anche per pochi giorni e a breve distanza da casa l'epopea di Buck e di Zanna Bianca (a
proposito perche' a Natale non regalate ai vostri bimbi quelche libro di Jack London?) e' l'avverarsi
di un sogno, la scoperta di un talismano di dedizione e fedelta' che forse credevamo perduto.
Dicembre
1999


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