Venerdi' 17 Dicembre 1999

Canile inondato: annegati 31 cuccioli

Ondata di maltempo inesorabile anche con gli animali, in Irpinia. Ad Atripalda la piena del fiume Sabato inonda e distrugge il canile municipale. Trentuno i randagi ospiti della struttura che la notte scorsa sono stati spazzati senza pieta' dal corso d’acqua, che ha invaso via Manfredi - alla periferia della citta'. Una valanga d’acqua e fango provocata dallo straripamento del fiume (che scorre proprio alle spalle della struttura). Un cavalcavia che unisce Atripalda alla vicina Manocalzati e' stato sommerso, la notte scorsa, dal muro di fango proveniente dal torrente di Santa Lucia di Serino. La furia della pioggia e del vento ha sradicato e trascinato tre grossi tronchi d’albero. Per i cani accuditi dal Comune non c’e' stato scampo. I fusti hanno concluso la loro corsa interponendosi fra il ponte e il fiume, con l’effetto di deviare il corso naturale. La massa di fango, di alberi divelti e di detriti ha coperto completamente il canile municipale, invadendo inevitabilmente i box dove erano rifugiate le bestiole e i locali del vicino calzaturificio (l'ex mattatoio di Atripalda) per il quale erano ancora in corso i lavori di ristrutturazione e di allestimento. Non c'e' stato scampo per i trentuno randagi. Qualcuno di taglia piu' grande si e' scagliato contro la recinzione nel tentativo, inutile, di scavalcarla. I cuccioli, una decina, sono stati travolti e uccisi dalla melma. Sequenze drammatiche, che non annoverano precedenti analoghi negli ultimi anni. La macabra scoperta e' avvenuta solo ieri mattina. A lanciare l'allarme e' stato il custode del canile. Immediato l’intervento dei volontari della sezione atripaldese dell'Aipa (Associazione Italiana Protezione Animali). Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco della compagnia di Avellino e lo staff dell'ufficio tecnico del Comune. Il responsabile della Lotta al randagismo del Servizio Veterinario dell'Asl Av 2, Sossio Andreottola, ha potuto solo disporre la rimozione tempestiva delle carcasse, per prevenire possibili conseguenze igienico-sanitarie. I resti degli animali sono stati interrati in una fossa scavata a pochi metri dal luogo teatro dell’episodio. Nel canile, ridotto a un acquitrinio, restano una quarantina di cani. La struttura, secondo la denuncia dell'Aipa, non avrebbe garantito finora una protezione adeguata alle bestie. Secondo l'associazione animalista, nella zona insistono falde acquifere, e l’intera area sarebbe stata catalogata a rischio. Di tutt’altro avviso il sindaco. Il primo cittadino, Gerardo Capaldo, parla di un evento assolutamente imprevedibile.

 

Dicembre 1999