Il Tempo Abruzzo
Domenica 22 giugno 1997
CHIETI / Manifestazione di ciechi,
con i loro conduttori, dinanzi all'Uic

La contestazione dei cani
Sotto accusa una gita
con esclusione degli animali

CHIETI - Cani guida per ciechi fermi, con i loro padroni, sotto la sede dell'Uic per contestare i dirigenti della sezione teatina dei non vedenti. Uno spettacolo senz'altro singolare (come singolare e' stata la protesta) quello che ieri mattina s'e' offerto a quanti passavano per via padre Alessandro Valignani dove, ben presto, per evitare possibili e comunque non avvenuti incidenti, s sono portati pattuglie dei Cc e della Polizia. Tutto e' nato da un'idea che, come tant'altre della Uic teatina che ha al suo attivo giornali parlati, convegni e seminari di studio ad alto livello, era delle migliori: una vacanza itinerante per l'Abruzzo riservata ai ciechi di ogni parte d'Italia. L'iniziativa avrebbe pesato non poco sulle casse della sezione chietina che si sarebbe assunta parte delle spese (dai venti milioni ai quaranta, a seconda del numero dei partecipanti). Ed invece non se n'e' fatto niente. Anzi. Ieri, giorno previsto per la prima tappa dell'abortito giro, s'e' avuta la contestazione da parte di una ventina di ciechi, accompagnati da sette cani, giunti dalla capitale e da altre citta' d'Italia. il motivo della protesta: nelle clausole della gita diffuse due mesi orsono la Uic aveva precisato che "l'organizzazione non e' in grado di garantire l'accompagnamento di singoli ne' di ospitare cani guida soprattutto sugli autobus". La limitazione veniva giudicata come vessatoria da alcuni vedenti di regioni limitrofe che si rivolgevano a "Il Manifesto" per amplificare la loro protesta corredata da 148 firme. Il presidente della Uic teatina, Augusto D'Achille, ha tentato di chiarire che la gita non costituiva un servizio ma semplicemente un'opportunita' e che le condizioni erano state inserite per necessita' economiche. Niente da fare. I contestatori ieri hanno portato la loro protesta fin sotto la sede della Uic che in documento ha da parte sua ribadito la correttezza del proprio operato.


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