Il Giornale
Venerdi' 6 giugno 1997
Dalla cella all'attico: un cucciolo racconta
la sua vita avventurosa alla padrona-scrittrice
Storia di Paco, ex cane di strada

DESENZANO SUL GARDA - Che cosa faceva prima di vivere con me? Dov'era quando non si adagiava tranquillo sul mio divano e non beveva avido le gocce d'acqua dal rubinetto della mia cucina? Curiosita' che accomunano tutti coloro che vivono con un cane o un gatto senza averlo visto nascere. Semplicemente perche' lo hanno trovato o ricevuto da qualcuno come un pacc-regalo. Oppure perche' lo hanno adottato, scelto fra le celle di un canile. E si sono impegnati in una promessa che durera' una vita: "D'ora in poi starai con me per sempre, ti manterro', ti accudiro', ti educhero', ti rendero' felice..." E qui prosegue la storia a meta' fra la realta' e il romanzo di Paco, un cucciolone bianco e nero, razza cocker ma muso da spnone, zampe bianche macchiettate, occhi profondi e indagatori e si potrebbe continuare all'infinito perche' si tratta di decrsivere un cane vero che da cinque anni e mezzo vive a Desenzano sul Garda e che, per mano della sua padrona Diana Lanciotti, ha appena scritto un libro. Con "Paco, il re della strada" edito da ArCani & C., la casa editrice specializzata in storie di animali, l'autrice ha immaginato la vita precedente del proprio cane. Quella che lo ha portato a finire in una cella quadrata del canile di Verona, dove "lui se ne stava al centro e gli altri detenuti a rispettosa distanza schiacciati a mo' di sardine contro le pareti". Dalla quale poi e' uscito definitivamente all'eta' di un anno, quando e' stato adottato. La narratrice si e' chiesta: "Perche' il giorno che andammo a prenderlo e' salito subito in macchina senza timore e si e' seduto in braccio a me? Perche' appena e' arrivato a casa sapeva gia' aprire le porte sollevandosi sulle zampe posteriori e girando la maniglia? Perche' odia gli uomini con la barba e ne ha paura? E' evidente da questi comportamenti e altri ancora che Paco e' vissuto con gli esseri umani prima di essere randagio", e' la conclusione di Diana Lanciotti. La storia descrive la nascita del cucciolo in una famiglia agiata, la scoperta del mondo, l'amore per gli uomini che poi lo hanno tradito abbandonandolo. E un altro particolare realmente accaduto: al canile hanno riferito di non essere riusciti a catturare Paco per ben quattro mesi, un tempo che ha permesso al cane di vagabondare libero per la citta'. E' la prima volta dell'esperienza della "giungla d'asfalto" e del branco: dove o si soccombe o si diventa re della strada come e' capitato al protagonista. Che ha abdicato volentieri quando e' entrato nella nuova famiglia: "Adesso sono loro (i padroni ndr) il mio re e la mia regina, io sono solo un cane felice. Ps: ho ripreso a sognare". Diana Lanciotti ha deciso di devolvere il ricavato dei diritti d'autore al Fondo amici di Paco, da lei stessa fondato per sostenere le associazioni che si occupano di animali abbandonati.

Gioia Locati

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