Giovedi' 9 Dicembre 1999
Caccia al
cinghiale, le doppiette chiedono regole certe per tutti
di MARCELLO GELFUSA
Quella al cinghiale, e' un tipo di caccia che, da venti anni a questa parte, sta
sempre piu' prendendo piede in provincia di Frosinone: si contano siano
all'incirca millecinquecento i cacciatori annualmente impegnati in questa
specialita' venatoria, praticata a squadre.
Per fare un punto sull'attivita' e sulle problematiche ad essa legate, Umberto
Capozi (uno dei maggiori esperti a livello provinciale di caccia al cinghiale)
ha convocato, per le ore 20.30 di domani, presso il ristorante "Il convento
dei frati" di Pofi, tutti i capi squadra.
«Il principale problema che assilla noi cacciatori - spiega Capozi - e' lo
scarso numero di cinghiali cacciabili presenti sul territorio provinciale; cio'
e' causato innanzitutto dell'espansione selvaggia di parchi, aree protette,
aziende faunistiche e, non ultimo, dal bracconaggio e dalla mancata immissione
in quest'ultimo decennio di nuovi capi da "rinsanguare"».
Per ovviare a tali problematiche, l'esperto cinghialaio si e' posto l'obiettivo
di formare un'associazione di cacciatori al cinghiale, giuridicamente
costituita, che consenta di programmare e gestire in maniera migliore l'intera
attivita', e che persegua alcuni fini, come, ad esempio, quello di creare una
cultura ed una tradizione, al pari di quanto accade in altre province d'Italia,
ove questo tipo di attivita' venatoria ha radici antichissime. «Una cosa del
genere - continua ad illustrare Capozi - garantirebbe un maggior rispetto delle
leggi ed eviterebbe screzi tra squadre durante la stagione venatoria. Ed a
proposito di cio', sarebbe necessario l'individuazione di un certo numero di
zone riservate esclusivamente alla caccia al cinghiale, che dovrebbero essere
assegnate, una per ogni squadra, per un determinato periodo di anni».
Dicembre
1999


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