Giovedi' 9 Dicembre 1999
Se il
poliziotto fa il bracconiere
Agente della Stradale di
Merano «beccato» dai guardia
Denunciato alla Procura di Tirano in Lombardia
BOLZANO. Al parco nazionale dello Stelvio il
braccio di ferro tra guardiacaccia e bracconieri e' storia antica. Che pero' ad
essere pizzicato dal servizio di sorveglianza della grande area protetta sia un
agente della polizia stradale di Merano, questa e' senz'altro una assai poco
edificante novita'. Con un precedente pero'. Il fratello dell'agente in
questione, poliziotto anch'esso in servizio presso il Commissariato di Polizia
di Malles, era stato infatti condannato nel 1995 per analogo reato. Insomma, una
sorta di saga familiare con protagonisti involontari cervi e camosci del parco
dello Stelvio.
La legge quadro sulle aree protette prevede esplicitamente il divieto di portare
armi da fuoco entro il perimetro del parco. Il poliziotto M. H., e' stato invece
sorpreso nei giorni scorsi dai guardiacaccia di Livigno armato di fucile sul
versante lombardo del parco dello Stelvio. Fermato, l'arma gli e' stata
immediatamente sequestrata e l'agente della stradale e' stato denunciato alla
Procura di Tirano, in Lombardia. Sara' il processo a stabilire le eventuali
responsabilita' di H., certo e' che la sua posizione e' alquanto delicata. Una
saga familiare, si diceva. Il fratello di M. H., E. H., in servizio presso il
Commissariato di Malles, era stato sopreso alcuni anni fa all'imbocco della Val
Martello, in pieno parco nazionale, con una carabina a bordo dell'auto.
Condannato dal pretore era stato successivamente trasferito a Bolzano, ma da
quale tempo ha rioccupato il suo posto di lavoro a Malles. Una vicenda che, come
e' naturale, la polizia non ha inteso pubblicizzare. Sarebbe pero' interessante
sapere - a prescindere dai fratelli H., e in particolare dal caso di M. la cui
vicenda giudiziaria e' appena all'inizio - che cosa accade in questi casi. Se
cioe' esiste una «manifesta incompatibilita' ambientale» che implica il
trasferimento ad altra sede; se si tratta di un provvedimento temporaneo oppure
permanente. E poi: sono previsti provvedimenti disciplinari? A quanto pare
nessuno sa nulla. Forse per questo nei giorni scorsi qualcuno, probabilmente
dagli stessi ambienti delle forze dell'ordine, ha pensato bene di inviare una
serie di lettere al Questore, al capo della Polizia, al ministro degli Interni,
per informare i vertici delle forze dell'ordine di questa bizzarra situazione e
invitandoli ad intervenire. La prossima mossa spetta dunque al questore Negro.
Dicembre
1999


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