Martedi' 14 Dicembre 1999
Inchiesta della Procura e della Corte dei Conti
sui rimborsi erogati dalla Regione
E l'attacco dei lupi diventava
un affare
Gli animali sbranati sarebbero stati addirittura
sedicimila
Paolo Cannizzaro CATANZARO – In cinque anni i lupi avrebbero ucciso, in
Calabria, qualcosa come 16 mila capi di bestiame; una strage che sarebbe stata
compiuta da una cinquantina di esemplari appena: tanti infatti, secondo
autorevoli fonti, sarebbero i lupi presenti sul territorio regionale. Gli
animali sono armati di kalasnikov o che altro? Escludendo la prima ipotesi,
scarsamente sostenibile, su cosa possa esservi dietro l'“altro” sta invece
indagando la Guardia di finanza; una inchiesta che ha gia' portato il
procuratore regionale della Corte dei conti Nicola Leone ha disporre
l'acquisizione (vi hanno provveduto del “fiamme gialle” del Nucleo regionale
di polizia tributaria) di oltre duemila fascicoli inerenti le richieste di
risarcimento danni presentate da allevatori alla Regione - assessorato
all'agricoltura - nel periodo compreso tra il 1993 ed il 1997. Carte che sono
anche al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale del
capoluogo Federica Baccaglini. A giudizio degli inquirenti, evidentemente, gli
oltre 16 mila capi di bestiame uccisi in cinque anni - una vera e propria
mattanza - sono forse un po' troppi, pur al cospetto d'una fame proverbiale:
quei cinquanta lupi hanno infatti provocato danni per oltre cinque miliardi di
lire, cifra questa che la Regione, sulla base di una legge regionale del 1986,
deve risarcire agli allevatori danneggiati che non possono difendersi da specie
protette. Una legge volta a salvaguardare gli animali in via d'estinzione, come
il lupo appenninico o l'aquila reale, e che da' la possibilita', agli allevatori
danneggiati dalle incursioni di questi animali, di chiedere un rimborso pari al
valore di mercato dell'animale ucciso, previa certificazione degli uffici
veterinari delle Asl. La Regione si e' così vista subissare da un ingente
numero di richieste di risarcimento danni, e cio' ha determinato seri problemi
agli organismi incaricati di vagliare le richieste e istruire le pratiche;
inoltre sarebbero stati presentati oltre 1.700 ricorsi per mancato pagamento,
con prevedibile ulteriore lievitazione della spesa a carico della Regione.
Questo aspetto della vicenda potrebbe celare quelle situazioni di danno erariale
in corso di accertamento da parte della magistratura contabile; sulle ipotesi
penalmente rilevanti sta invece indagando la Procura. Pare infatti che i
lupi-killer di Calabria - evidentemente molto diversi dai lupi che vivono in
altre regioni dell'Appennino e che notoriamente fuggono l'uomo avendo acquisito
nel proprio patrimonio genetico un vero e proprio terrore per chi, nel corso dei
secoli, li ha letteralmente sterminati - trovino particolarmente gustosi i capi
allevati nel Reggino: percentualmente parlando in quella provincia si e'
registrata la maggior parte di richieste di risarcimento danni. Forse sarebbe il
caso di verificare se anche in Calabria sia stata riscontrata la presenza -
altrove accertata - di branchi di cani inselvatichiti, molto meno timorosi dei
lupi e, in qualche circostanza, piu' pericolosi. Forse erano proprio cani ormai
da qualche generazione non piu' “amici dell'uomo”, quegli esemplari trovati
uccisi a fucilate qualche mese fa dalle parti di Marcellinara.
Dicembre
1999


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