La
bottega Di Simone è la più antica di Castelli. Il Ministero dei
Beni culturali e ambientali l'ha riconosciuta bene culturale di
particolare importanza e l'ha sottoposta a vincolo di tutela
Nell'epoca
d'oro della ceramica castellana, quando i vari Ponpei, Grue, Fuina,
realizzavano
per commitenze eccellenti, corredi, piatti da pompa e devozionali,
albarelli, affermando il gusto per il paesaggio classico e per il
tema mitologico, le botteghe non dovevano essere molto dissimili
da quella di Vincenzo e Antonio Di Simone, in via Giardino.
Conservata nel suo impianto secolare insieme agli arredi, le
suppellettili, gli utensili, le attrezzature e molti manufatti,
dopo un attento intervento di recupero e di restauro che ha ridato
splendore all'aspetto originario, la pendeche, come in gergo
maiolicaro si definisce il luogo di lavoro, è stata riconosciuta
dal Ministero dei beni culturali e ambientali di "interesse
culturale particolarmente importante e soggetta a vincolo".
La conservazione del patrimonio culturale non si ferma, per i Di
Simone, alla bottega. Per scelta Vincenzo e Antonio utilizzano uno
storico mulinello ad acqua, posto sul torrente Leomogna, da dove
ricavano, secondo un'antica pratica, la pentacromia classica della
tavolozza castellana, l'arancetto, l'ocra, la zaffera, il
manganese e la ramina. L'impasto d'argilla, da loro, è decantato
a mano, gli oggetti modellati, secondo le forme della tradizione
meticolosamente inventariate, sul tornio a pedale, il marzacotto
è steso con una ritualità alchemica e le decorazioni realizzate
con la punta di un pennello di crini d'asino, come, con estrema
ricerca filologica, tiene a precisare Vincenzo. Ma la gloria della
bottega è il forno a respiro, alimentato secondo una sapiente
tecnica, con la legna dei boschi circostanti. Ogni cottura è un
evento che ripropone secolari emozioni.
In questa dimensione, che non è soltanto fisica, la bottega dei
Di Simone continua ed acresce la tradizione maiolicara castellana.
Accanto agli oggetti classici al cui decoro è particolarmente
versato Antonio si allineano le nuove proposte formali come le
sculturine di impronta egizia o la rilettura dei temi popolari con
la serie dei fischietti e delle statuine da presepe, fantasiose
specialità di Vincenzo.