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La festa di Sant'Antonio Abate è forse la più diffusa tra le classi rurali
e, pur con diverse espressioni, ovunque mantiene intatti i caratteri di una
ritualità le cui origini sono molto più antiche dell'era cristiana. A
Collelongo il Santo eremita è festeggiato con una serie di cerimonie il cui
elemento principale è il cibo.
La sera della vigilia del 16 gennaio, sette famiglie del paese, quasi sempre per
assolvere un voto, o per esternare la propria devozione al Santo, pongono sul
fuoco un grosso caldaio di rame, detto in dialetto locale cottora, in cui
pongono a bollire grosse quantità di granturco, precedentemente tenuto in
ammollo. Poiché i chicchi cuocendo si gonfiano, la minestra che se ne ricava è
chiamata dei cicerocchi. Il locale in cui arde la cottora è predisposto per
accogliere la visita di parenti ed amici, ed è addobbato con lunghe file di
aranci, cestine di uova, frutta secca, in mezzo a cui troneggia un quadro di
Sant'Antonio Abate.
L'operazione di bollitura ha inizio con la benedizione del parroco, che deve
provvedere a recarsi presso ciascuna delle famiglie che partecipa al rito, e
continua tra i canti e le preghiere degli astanti che si alternano nel compito
di rigirare il granturco nel paiolo per mezzo di un lungo cucchiaione di legno,
in quanto l'operazione è ritenuta foriera di prosperità e benessere.
Chiunque giunge a visitare la cottora viene accolto festosamente e riceve un
complimento a base di vino e dolci. L'ospite, dal canto suo, si avvicina alla
cottora e ne gira il contenuto recitando parole di augurio e di devozione. In
questo modo si trascorre tutta la notte, mentre compagnie di questua,
accompagnandosi con vari strumenti popolari, tra cui non mancano le zampogne,
provenienti dalla vicina Valle del Liri, cantano l'Orazione di Sant'Antonio in
cui si narrano la vita, le tentazioni ed i miracoli dell'eremita egiziano.
Di fronte alla chiesa parrocchiale, in un'antica cappella della quale è
conservata una preziosa statua di pietra raffigurante Sant'Antonio Abate che,
per l'occasione, è anch'essa decorata di agrumi, frutta e uova, i giovani
accendono una grande catasta di legna, punto di riferimento delle compagnie e
dei devoti che vi si ritrovano intorno per cantare le lodi al santo e passare la
notte in allegria. Alle prime luci dell'alba inizia la distribuzione dei
cicerocchi: innanzi tutto una lunga fila di ragazze, reggendo sulla testa conche
di rame addobbate di fiori e di nastri, si reca in chiesa per offrire al santo
una grande quantità di cicerocchi, che poi vengono consumati per devozione dai
fedeli. Inoltre le famiglie che hanno provveduto alla preparazione delle cottore
si premurano, oltre che a distribuire i cicerocchi a parenti ed amici e a
chiunque ne faccia richiesta, anche a predisporre dei capaci recipienti lungo la
strada, affinché anche i pellegrini ed i viandanti possano attingere al cibo
rituale del granturco cotto.
Da qualche anno le ragazze che conducono i cicerocchi in chiesa hanno dato vita
alla pittoresca gara delle conche riscagnate (cioé addobbate per l'occasione),
in cui viene premiata quella decorata con maggior cura ed originalità. La festa
continua per tutto il giorno con cerimonie religiose e popolari in onore del
Santo.
Per
saperne di più
Walter Cianciusi, Collelongo, Edigrafital, Teramo 1972
Come ci si arriva
Autostrada A 25, uscita Celano. Prendere la strada che attraversa la piana del
Fucino fino a Trasacco e proseguire per Collelongo
A
chi chiedere informazioni
Municipio di Collelongo, Vigili urbani tel. 0863.948678
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