Un treno, anzi il Trenino della valle, una bicicletta, una tenda e
la
vacanza si trasforma in una entusiasmante ricerca della libertà e
dei laghi
più belli dell'Abruzzo montano.
Aerei passaggi, ampi spazi, boscosi pendii, paurose gole, ottime
libagioni
e rinomato vino sono gli ingredienti dell'Enogastrotour '99.
L'iniziativa si prefigge di riscoprire le bellezze naturali ed
enogastronomiche abruzzesi, avvalendosi delle proprie gambe, a
bordo del
mezzo meccanico più ecologico per antonomasia: la bicicletta.
Il tour di quest'anno, dal 30 Luglio al 1 Agosto '99, ha avuto
come campo
di gioco l'area sud-occidentale d'Abruzzo a ridosso tra le valli
del Sangro, Sagittario e del Tirino, all'interno dei Parchi Nazionali
della
Maiella e d'Abruzzo, con le mete dei più bei laghi della regione;
Bomba,
Barrea e Scanno.
La partenza da Ortona è avvenuta il 30 Luglio 1999 a bordo del
"Trenino
della Valle" delle ferrovie Sangritana, insieme ai passeggeri
partecipanti
al "Tour del Lago"che si snoda da Pescara, Ortona, San
Vito, Lanciano,
Castel Frentano e Casoli, fino al lago di Bomba.
La località Crocetta, costituisce la diramazione della ferrovia
Sangritana
nei suoi due tratti, quello verso la Val di Sangro e quello verso
la
direttiva Guardiagrele-Ortona. In corrispondenza di questo
crocevia, i
caratteristici edifici di servizio della Sangritana e l'ambiente
circostante, perfetta scenografia per film storici, ci portano
indietro nel
tempo, con lo scambio dei binari ancora ad azionamento manuale,
attuato
dall'energico capostazione spesso coadiuvato dalla gentile
consorte S
altrettanto energica.
Sul lago di Bomba, a Colledimezzo ( m 490 ), inizia il tour
cicloturistico
vero e proprio, risalendo la Val di Sangro. Fortunatamente esiste
ancora,
almeno in questa fase iniziale, l'alternativa alla superstrada del
Sangro.
Infatti la strada fino a Villa Santa Maria, patria dei cuochi,
oltre che
piacevole, è poco trafficata, consentendoci di vivere appieno il
piacere
dell'andare in bicicletta. Oltre Villa Santa Maria, con
l'interruzione
della superstrada, il traffico, soprattutto quello pesante, si
riversa
sulla Provinciale, dandoci qualche problema tra Quadri (m. 593) e
Sant'Angelo del Pesco (m. 805). Si prosegue quindi per Ateleta (m
760), e
Castel di Sangro (m 1004), dove si prepara il primo bivacco. Tutta
la Valle
del Sangro è magnifica e la strada percorsa, con strappi in
salita talvolta
impegnativi (considerando le bici cariche del necessario per il
pernottamento), ci permette di godere di scorci panoramici sui
boschi e
sulle vette rocciose dei monti dell'Alto Sangro nel Parco
Nazionale
d'Abruzzo, fino al Molise e oltre.
A Castel di Sangro inizia finalmente la sezione enogastronomica
del tour,
gustando sotto le stelle ottimi prodotti locali che la natura
abruzzese
offre generosamente a chi ne sa giovare.
La mattina del 31 luglio ci vede partire da Castel di Sangro,
vivace
cittadina con scorci medioevali e un ambiente molto suggestivo. In
quest'area il fiume Sangro forma un'ampia piana attraversata dalla
statale
17 con un lungo rettilineo poco consono alle nostre biciclette
avvezze a
strade ben più impervie e tortuose. Comunque questo tratto ci
permette di
raggiungere in tranquillità l'antico centro sannita di Alfedena
(m 893) che
ancora conserva gli avanzi del castello con torre ottagonale,
baricentro
del sistema difensivo medioevale. È a questo punto che la strada
inizia a
salire ripidamente verso l'ingresso del Parco Nazionale d'Abruzzo
con
scorci su boscosi pendii e tornanti mozzafiato che portano
faticosamente al
Colle della Croce (m. 1164).
Da qui la vista si apre splendidamente sul Lago di Barrea,
raggiunto
attraverso una panoramica sterrata che ci conduce fino all'abitato
di
Barrea (m 1066), uno dei centri più importanti del Parco.
Il lago è frutto dello sbarramento sul fiume Sangro quando si
insinua nelle
strette gole a ridosso del paese. Da Barrea si domina un panorama
unico su
tutte le vette che cingono il parco: Monte Greco (m. 2285), Serra
Rocca Chiarano, il borgo arroccato di Civitella Alfedena con alle spalle
Monte
Mattone (con i famosi pini neri del Parco Nazionale d'Abruzzo
sulle
pendici), Monte Sterpi d'Alto (m. 1966) con la Camosciara e Monte
Petroso
(m. 2249). Il relax offerto dalle sponde del lago ci ritempra il
corpo e lo
spirito, aiutati dalla degustazione dei saporiti manicaretti
trangugiati in
un'ospitale trattoria. Dopo un meritato riposo, affrontiamo il
tratto più
impegnativo dell'Enogastrotour di quest'anno: il mitico Passo
Godi. Un po'
ignari un po' incoscienti ci accingiamo a scalare la ripida strada
che da
Villetta Barrea (m. 990) si arrampica con ripidi tornanti sulle
pendici
della Montagna di Godi (m 2011), attraverso bucolici pascoli e
aspre vene
rocciose, coprendo, in 16 chilometri, un dislivello di quasi 600
metri fino
ai 1630 metri del Passo Godi. Quindi, stanchi e soddisfatti,
affrontiamo la
ripida discesa fino al famoso e meraviglioso centro turistico di
Scanno (m.
1015), meta ogni anno di migliaia di visitatori, attirati dal
piacevolissimo ambiente lacustre offerto dall'omonimo lago e dal
caratteristico ambiente medioevale delle stradine del centro
storico. Un
tipico ristorantino e le rive del lago ci offrono conforto ed
ospitalità,
dopo l'intensa e soddisfacente giornata ed una magica serata
trascorsa in
paese.
L'alba del terzo giorno ci vede in piedi, intenti nel controllare
i nostri
mezzi e rassettare la nostra tenda. Un'abbondante colazione,
fondamentale
presupposto ad una giornata che ci vedrà percorrere molta strada,
viene
consumata in uno dei numerosi esercizi presenti sulle splendide
rive di
quel gioiello di smeraldo, incastonato in un contesto che fa
pendere ancora
in favore della natura il delicato equilibrio tra desideri di
sviluppo e
tutela del territorio.
Si raggiunge agevolmente lo stupendo eremo di San Domenico,
sentinella
delle gole del Sagittario, ai piedi del caratteristico borgo di
Castrovalva. Il luogo di culto, parzialmente edificato in una
cavità
naturale, che ne costituisce il primigenio nucleo, dà accesso ad
un'area
attrezzata particolarmente affascinante, e, se non troppo
affollata, adatta
ad utili meditazioni.
Menzione doverosa merita l'abitato di Castrovalva, raggiunto
attraverso dei
ripidissimi tornanti e collocato su una cresta rocciosa con una
configurazione urbanistica a dir poco singolare.
L'antico centro Anversa ci appare come d'incanto concludendo la
tortuosa
strada che sovrasta la selvaggia bellezza delle gole del
Sagittario,
aprendo il sipario sulla valle peligna.