Il
Teatro Marrucino a Chieti
Il
trionfo di Asinio Pollione
Testo
di Maria Concetta NIcolai Foto
di Luciano D'Angelo |
. Il
sipario del Marrucino (circa sessanta metri quadrati) è opera di
Giovanni Ponticelli di Napoli che, già noto per aver dipinto
quelli di Corato e di Salerno, diresse personalmente, nell’aprile
del 1876, la messa in sito della grande tela, la quale suscitò
subito l’ammirazione dei teatini.
“Tutta questa enorme tela - scrive G.B. Lauria, in un raro
opuscolo del 1875 - può ben dividersi in due distinte parti, lo
spettacolo e gli spettatori. Abbraccia la prima il carro trionfale
con il trionfatore, i sacerdoti, i littori e i prigionieri sugli
elefanti; stanno nella seconda più che 300 figure di popolo
plaudente, una parte sui portici di una elevata basilica , la
massima intorno, e dietro il carro trionfale.
La scena è figurata in un’ampia strada che mena al Campidoglio,
elevata di pochi gradini dal piano. Un arco trionfale temporaneo,
ornato di ghirlande con in una tabella la leggenda L. Asinius
Pollio de Parthinis, ed un lungo porticato alquanto superiore e
poco discosto dalla strada, con in fondo frontoni e colonnati di
Tempii e di sontuosi edifizi costituiscono la parte architettonica
della rappresentazione artistica. I tibicini aprono la marcia e
precedono il carro, i Littori lo circondano, i Senatori e i
Sacerdoti lo accompagnano e lo seguono”.
Attualmente il sipario, per motivi di sicurezza conservativa non
viene esposto. Infatti, deteriorata dal tempo, dall’uso e da
vari eventi, la tela è in attesa di restauro. |
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