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In Abruzzo è molto diffusa la devozione a particolari effigi di Gesù
Bambino, che i frati minori, specialmente nel Settecento, di ritorno dalla Terra
Santa, usavano donare ai conventi del loro ordine.
I Santi Bambini sono spesso statuette di pregevole fattura e di grande valore
storico, sia da un punto di vista religioso che antropologico, alle quali la
pietà popolare riserva un culto particolare la sera dell'Epifania con la
funzione del Bacio. Premesso che un tempo quasi ogni chiesa aveva il suo
Bambinello di provenienza francescana, oggi in Abruzzo si contano solo 4
statuette antiche e precisamente quella di Calascio, conservato nel Convento di
Santa Maria delle Grazie, quella di Palena, venerato nella chiesa di
Sant'Antonio, quello della Parrocchiale di Bisenti e, infine, il Santo Bambino
di Lama dei Peligni.
Quest'ultimo è, senza dubbio, il più celebre anche perché sulla storia del
suo arrivo, come per il Bambinello dell'Aracoeli a Roma, sono fiorite leggende e
memorie di fatti prodigiosi. Munito di sigillo e di bolla di autentica, redatta
dai frati minori, il Santo Bambino di Lama fu donato ai suoi concittadini da
fra' Pietro Silvestri da Lama nel 1759. Avvolto in seriche fasce ricamate d'oro
e con il capo coperto da una preziosa cuffia, l'immagine che costituisce anche
un valido documento di costume, è oggetto di culto non solo in paese, ma anche
in tutto il territorio circostante. Il Bambinello è conservato in una artistica
urna d'argento, schermata di cristalli che ne permettono la visione, e viene
festeggiato liturgicamente due volte l'anno: la terza domenica di maggio,
anniversario della venuta del Bambino e il 20 settembre, giorno del patrocinio
del paese.
Ma l'occasione più suggestiva resta la sera dell'Epifania, quando in una
atmosfera di grande affettuosità, tra lo scampanio festoso che annuncia i
vespri, tutti gli abitanti del paese e soprattutto i bambini, si recano in
chiesa a baciare l'immagine del loro piccolo Protettore e a salutarlo a
conclusione del ciclo natalizio. Fino a qualche anno fa, da parte dei bambini,
opportunamente preparati dal clero, restava anche l'uso della recita dei
sermoni, componimenti devozionali in versi, ricalcanti uno stereotipo fisso di
origine semicolta. Ad accrescere la magia della ricorrenza concorrono anche le
numerose compagnie di questua che girano il paese, bussando di casa in casa, al
canto della Pasquetta, antica filastrocca beneaugurante che invita ad affrontare
serenamente la vita e ad essere generosi con il prossimo.
Per
saperne di più
P. Donatangelo Lupinetti, Secondo centenario del Santo Bambino di Lama,
L' Aquila 1960
Come ci si arriva
A 14, uscita Ortona. Proseguire in direzione Orsogna, seguendo le indicazioni
A
chi chiedere informazioni
Municipio di Lama dei Peligni, Vigili Urbani. Tel. 0872.91221
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