Sulla
A14, in prossimità dell'uscita per Ortona, un grande cartello segnala Castello ducale di
Crecchio- Museo bizantino. Questa piccola cittadina abruzzese sta vivendo una stagione
particolarmente felice. Meta di scolaresche e visitatori che vengono anche da fuori
regione. I reperti archeologici sono di grande interesse scientifico e il contesto
ambientale è determinante per creare un'atmosfera di grande fascino. Lasciata
l'autostrada, Crecchio si raggiunge attraverso vigneti a perdita d'occhio e ulivi, e la
sensazione di una economia agraria florida che affonda le radici in una storia terricola
di fatica e di desiderio di emancipazione.
Dalla Marruccina per arrivare in paese, sulla destra si lascia la Cantina sociale di
Crecchio, seconda in Abruzzo per la produzione di mosti. La produzione frumentizia, una
volta copiosa è stata soppiantata da quella vitivinicola che, per la verità ,non è del
tutto nuova in queste contrade, nella zona, infatti, sono state rinvenute anfore bizantine
con tracce di vino.
Fra sali e scendi, attraverso l'umidità profumata dei fossi, veri serbatoi di
biodiversità, si scopre Crecchio con il suo Castello che incombe sulle timide case, la
Maiella che chiude l'orizzonte a sinistra e, più lontano, sulla destra il Gran Sasso,
mentre a est lo sguardo scopre il luccicare azzurro dell'Adriatico.
Dicevamo economia agricola, ma molti contadini hanno fa messi in stile con il Castello
ducale. L'Amministrazione comunale ha posto particolare attenzione alla pavimentazione
delle strade, al colore delle case e ai restauri.
Passeggiando per il Corso, per i vicoletti che si affacciano sull'aperta campagna si
coglie una sensazione di grande armonia che induce a riscoprire le vicende storiche del
paese e la cultura della gente che è molto legata alle proprie tradizioni. Da un po' di
anni si è ripristinato l'antico pellegrinaggio che, in tre notti e tre giorni, il 25
agosto porta decine di devoti fino all'eremo di San Bartolomeo. |
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